Maranello, 9 ott. (askanews) – Ferrari svela al Capital markets day a Maranello i primi particolari dell’elettrica, aggiorna i target 2025 e presenta il nuovo piano industriale al 2030 che prevede una crescita dei ricavi a 9 miliardi, della redditività, con un margine lordo di almeno il 40%, 4 lanci l’anno e un aumento della politica di dividendi dal 35% al 40% degli utili. Negativa la reazione in Borsa dove il titolo è stato anche sospeso per eccesso di ribasso con perdite fino al 16%.
“I numeri sono un punto di partenza, ma il mercato si aspettava ricavi più alti, questo è chiaro. E’ importante che rispettiamo gli obiettivi, non possiamo vincolarci a target che poi non siamo in grado di raggiungere. Dobbiamo essere prudenti”, ha detto il Ceo di Ferrari, Benedetto Vigna durante il Capital markets day
In merito al piano “è ambizioso come quello del 2022. Vogliamo continuare a crescere ed essere esclusivi e per esserlo non possiamo produrre troppe auto”, ha detto Vigna.
Rispetto all’Ipo del 2015 “Ferrari oggi è un’azienda ancora più forte”, ha detto il presidente John Elkann che ha voluto ribadire il suo impegno “personale” nel sostenere il brand e ha annunciato l’apertura nel 2029 del polo formativo M-Tech a Maranello. La prima elettrica del brand dimostra “la nostra volontà di progredire, la sua architettura è rivoluzionaria”, ha detto Elkann.
Oltre ai numeri al 2030, Ferrari ha aggiornato i target 2025: i ricavi sono ora attesi a 7,1 miliardi di euro (da 7 mld), l’Ebitda a 2,72 miliardi (2,68 mld) pari a un margine del 38,3%, con una generazione di cassa industriale di 1,3 miliardi (1,2 mld). Oggi sono 90mila i clienti attivi, in crescita del 20% rispetto al 2022.
“Raggiungiamo con un anno di anticipo i target di redditività. Abbiamo un portafoglio ordini fino al 2027 che è un punto di forza per il nuovo piano la 2030”, ha detto il Cfo Antonio Picca Piccon.
Riguardo i target del nuovo Piano 2026-2030, Ferrari punta a raggiungere ricavi netti di circa 9 miliardi di euro, con un tasso di crescita annuale composto di circa il 5%, grazie principalmente al mix prodotto e alle personalizzazioni. L’Ebit è atteso ad almeno 2,75 miliardi (margine 30%), l’Ebitda a 3,6 miliardi (margine 40%). La generazione di free cash flow industriale cumulato è vista a circa 8 miliardi nel periodo 2026-2030, a fronte di investimenti cumulati per circa 4,7 miliardi, il 40% nel primo anno.
In aumento anche i dividendi con un pay-out alzato al 40% dal 35% dell’utile pari a un ammontare cumulato di circa 3,5 miliardi dal 2027 al 2031. Inoltre nell’arco del piano è previsto un nuovo programma di buyback per circa 3,5 miliardi di euro.
Sul fronte prodotto prevede quattro nuovi lanci l’anno con la Ferrari elettrica che sarà un’aggiunta all’offerta dei modelli di gamma. Nel 2030 l’offerta di prodotti sarà per il 40% Ice, 40% ibrida e 20% elettrica, obiettivo dimezzato rispetto al 40% indicato nel vecchio piano. Secondo quanto suggerito dal Ceo Vigna, è probabile attendersi un secondo modello elettrico nell’arco del piano.
Intanto Ferrari ha presentato i dettagli, powertrain sospensioni e telaio, del primo modello bev che uscirà a maggio 2026, con altre tappe intermedie con nuovi dettagli. Diversi componenti, fra cui le batterie che saranno sostituibili, e i motori, sono prodotti nel nuovo E-Building che è stato completato. Il nome della vettura, una quattro porte come la Purosangue, e il prezzo saranno annunciati più avanti. Dalla presentazione è emerso che avrà due assali elettrici progettati internamente, 4 ruote motrici all’occorrenza e sterzanti. La potenza supera i mille cavalli (1.130 circa) per uno 0-100 km/h in 2,5 secondi, 310 km/h di velocità massima e un’autonomia fino a 530 km.
“La Ferrari Elettrica non vuole essere alternativa ma aggiuntiva nella nostra gamma. È la miglior decisione che potevamo prendere. E’ la dimostrazione che possiamo gestire più tecnologie e realizzare prodotti unici. Ci aiuterà ad allargare la nostra base clienti”, ha detto Vigna.