Roma, 17 ott. (askanews) – Una morte che ha sconvolto e sconvolge ancora. “40 secondi”, presentato nel Concorso Progressive Cinema alla Festa del Cinema di Roma, poi nelle sale dal 19 novembre, il film di Vincenzo Alfieri che ricostruisce le ore che precedono l’omicidio di Willy Duarte Monteiro, 21enne capoverdiano pestato con violenza fuori da una discoteca di Colleferro a settembre 2020.
Il film prende spunto dall’omonimo libro di Federica Angeli e segue da vicino il gruppo di ragazzi coinvolti, non solo i fratelli Bianchi, parla di gang, famiglie assenti, screzi, rivalit, ragazze considerate come oggetti da possedere, fino alla rissa per un malinteso e alla violenza di 40 secondi che ha portato alla morte di Willy.
L’intento di Vincenzo Alfieri era parlare ai ragazzi, farli riconoscere nel suo film.
“Ho passato molti mesi a intervistare i veri amici di Willy, anche delle controparti diciamo negative, a fotografarli, a intervistarli per capire proprio il linguaggio quotidiano che usano, come vengono modificati i nomi, oggi c’ tutto uno slang che un po’ inglese, po’ cinese, un po’ italiano, ad ascoltare le loro canzoni, ho cercato veramente di parlare al mio pubblico”.
“Quando sei adolescente pensi di essere immortale, lo abbiamo pensato tutti, non parla di oggi, parla del passato, del presente e del futuro questo film; il problema dell’adolescenza, che anche il bello dell’adolescenza, per il risvolto negativo che pu succedere quello che successo nel film”.
Nel film oltre a Francesco Di Leva, Sergio Rubini, Francesco Gheghi, Beatrice Puccilli ed Enrico Borello, ci sono giovani presi per strada come Justin De Vivo che il regista ha scovato in discoteca. “Un bellissimo ruolo e con una grandissima responsabilit di raccontare questa storia. Perch Willy non era solo una vittima, ma era un ragazzo con dei sogni, con dei valori” ha detto.
Francesco Di Leva: “Si parla di una morte e come tutte le morti ovviamente colpisce, un pugno allo stomaco, ma deve essere cos; a un certo punto certi pugni li devi ricevere e mi auguro che i ragazzi qualche cazzotto con questo film lo possono ricevere anche per riflettere su alcune cose”.