Articolo già pubblicato sulle pagine di Agensir
“Per Kierkegaard l’umanità è formata da singoli individui che vivono il singolo attimo. In questa unione di “singolarità” l’atto di fede è un avvenimento eccezionale che interrompe il continuum del tempo”. È quanto affermato dal filosofo Massimo Cacciari, nella sua lezione dal titolo “L’ora di Kierkegaard”, durante la quarta edizione del Festival delle religioni in corso all’Abbazia di San Miniato al Monte, a Firenze. Cacciari, nel soffermarsi su come filosofia e teologia si intreccino nel pensiero di Søren Kierkegaard, ha ricordato che “è solo nel cristianesimo che il filosofo vede un’ancora di salvezza per l’uomo. E’ attraverso la fede che riesce infatti a risollevarsi dalla sua dimensione di angoscia”.
A margine della sua riflessione, Cacciari si è soffermato su come la religione possa aiutare nella ricerca della verità e della giustizia: “La religione è per chi crede, ciò che indica una via da seguire. Una via che anche chi decide di intraprendere con un percorso razionale, può però raggiungere, attraverso un’onestà intellettuale”. Infine ha parlato del rapporto tra religione e politica: “Non è possibile porre questa relazione in generale, se non dal punto di vista di Kierkegaard, cioè vederne la radicale distinzione, dove per distinzione non si intende astratta separatezza, ma radicale divisione. Perché le categorie del politico sono categorie del generale, dell’etico, mentre quelle del religioso sono del singolo e dell’ora”.