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mercoledì, 17 Dicembre, 2025
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Follini (Adnkronos): “Trump costringe l’Europa a scegliere”

La crisi del rapporto con Washington non è solo una minaccia ma un passaggio obbligato: l’Unione europea è chiamata a scegliere se restare incompiuta o diventare politica.

L’Europa è spesso cresciuta sotto pressione. Non per slancio ideale, ma perché costretta dagli eventi. È una costante della sua storia politica: i passaggi decisivi dell’integrazione sono nati quasi sempre da crisi esterne. È in questa chiave che Marco Follini, in un intervento pubblicato dall’Agenzia Adnkronos, invita a leggere il nuovo corso impresso da Donald Trump alla politica internazionale: non solo come una minaccia, ma come una occasione storica per l’Unione europea.

La frattura atlantica come fatto politico

Follini coglie un dato strutturale: l’atteggiamento di Trump verso l’Europa non è un incidente di percorso né una provocazione estemporanea. È l’espressione di una visione che mette in discussione l’assetto dell’Occidente così come si è consolidato dal secondo dopoguerra in poi. L’alleanza atlantica, per decenni perno della sicurezza e della stabilità europea, non può più essere considerata un riferimento automatico e indiscutibile.

Di fronte a questa discontinuità, l’Europa è chiamata a una scelta di fondo: continuare a vivere di rendita, confidando in equilibri che non esistono più, oppure assumersi fino in fondo la responsabilità della propria autonomia politica.

Il limite delle mezze misure europee

Nel ragionamento di Follini emerge una critica implicita all’Europa delle mezze misure. Un’Unione che ha saputo costruire un grande mercato e una moneta comune, ma che resta fragile sul piano politico e strategico proprio quando sarebbe chiamata a contare davvero.

La tentazione di cavarsela con aggiustamenti tattici, mediazioni diplomatiche o riforme minime rischia di tradursi in una forma nuova di subalternità. Senza una voce politica unitaria, l’Europa resta esposta alle oscillazioni delle grandi potenze e agli umori dei loro leader.

Una costituente europea come salto di qualità

È in questo contesto che Follini rilancia un’idea forte: avviare una costituente europea. Non un semplice ritocco dei trattati, non l’ennesima riforma tecnica, ma un processo politico capace di ridefinire finalità, poteri e responsabilità dell’Unione.

L’obiettivo non è astratto né ideologico. Si tratta di colmare il divario tra integrazione economica e debolezza politica, restituendo all’Europa una soggettività riconoscibile sulla scena internazionale. Una prospettiva che richiama la migliore tradizione del pensiero democratico europeo e del cattolicesimo politico, per il quale l’Europa è anzitutto una comunità di destino.

Una scelta che interpella anche lItalia

La riflessione di Follini chiama in causa direttamente anche l’Italia. Restare in bilico, tentando di compiacere Washington senza investire davvero nel rafforzamento dell’Europa, equivale a rinunciare a un ruolo autonomo. Al contrario, sostenere una svolta costituente significherebbe tornare a esercitare una funzione di proposta, in coerenza con la tradizione europeista che ha segnato la storia repubblicana.

Paradossalmente, è proprio Trump a costringere l’Europa a guardarsi allo specchio. Sta agli europei — e all’Italia — decidere se trasformare questa pressione in un’occasione politica o lasciarla scivolare via come tante altre.

Fonte: Marco Follini, intervento pubblicato dall’Agenzia Adnkronos.