15 C
Roma
sabato, Febbraio 22, 2025
Home GiornaleFranco Marini, un grande sindacalista e un politico illuminato.

Franco Marini, un grande sindacalista e un politico illuminato.

Riportiamo la sintesi dell’intervento del neopresidente della Fondazione Marini al convegno tenuto ieri all’Istituto Sturzo. Comunque, in contrasto con Sbarra, riteniamo che Marini non avrebbe mai accettato la recente svolta a destra della Cisl.

Ringrazio gli amici che hanno voluto organizzare questo incontro su Franco Marini. Proprio ieri pomeriggio è stata eletta la nuova Segretaria Generale della Cisl, Daniela Fumarola, una sindacalista di grande valore, con un’esperienza profonda e una competenza indiscutibile. Sono certo che Franco sarebbe stato molto contento di questa scelta, anche perché Daniela è profondamente legata, culturalmente e storicamente, ai valori del cattolicesimo sociale e del popolarismo democratico.

Franco Marini è stato un grande. Un grande sindacalista, un politico illuminato, un uomo delle istituzioni e della Repubblica. Probabilmente è la figura che meglio ha incarnato quell’incrocio tra solidarismo cristiano e laburismo, che rappresenta una delle caratteristiche fondanti della Cisl. La sua esperienza sindacale si è sempre nutrita di questa impostazione, di un senso di organizzazione basato sul libero confronto democratico, sull’autonomia sindacale, sulla contrattazione e sul riformismo.

Franco era un grande contrattualista, probabilmente il più grande non solo della sua generazione e della sua parte sindacale, ma dell’intero movimento confederale italiano. Aveva una convinzione incrollabile nel valore della contrattazione, che conduceva sempre con fermezza, forte di una formazione maturata all’ombra di figure come Giulio Pastore e Mario Romani. Da loro aveva appreso l’idea del “sindacalismo totale”, fondato su un’organica relazione tra istituzioni, politiche pubbliche e corpi intermedi della società.

È stato un fedele interprete di questa scuola di pensiero, lavorando per relazioni sindacali innovative e anticipando quello che oggi chiamiamo dialogo sociale. La sua visione ha portato a grandi accordi, come la svolta dell’Eur, l’accordo di San Valentino e la politica di concertazione dei primi anni ’90.

Ricordo un episodio personale che mi lega a lui: ero stato appena eletto Segretario Generale della Cisl di Locri, tra la fine del 1988 e l’inizio del 1989, in un periodo difficile segnato da guerre di mafia e sequestri di persona. Un sabato, Franco mi chiamò per dirmi che voleva conoscermi. Mi invitò a Roma, nella sede di Via Po, e mi promise che, se avesse firmato il Patto per il Sud, sarebbe venuto a presentarlo personalmente in Calabria. E così fece, mantenendo la parola data.

Quel Patto per il Sud portò a investimenti significativi, come la nascita del porto di Gioia Tauro, che in pochi anni divenne il più grande porto del Mediterraneo. Nello stesso periodo, come appendice di quell’accordo, sorsero l’impianto Fiat a Melfi e il distretto dell’elettronica di Catania, testimonianze della sua capacità di immaginare uno sviluppo industriale innovativo per il Mezzogiorno.

Franco è stato anche un grande Presidente del Senato, guidando con lucidità ed equilibrio una fase delicatissima per il centrosinistra, che a Palazzo Madama contava su una maggioranza risicata. Lasciatemelo dire: sarebbe stato un autorevole Presidente della Repubblica, incarnando pienamente quel ruolo di garanzia che la nostra Costituzione attribuisce al Capo dello Stato. Ma la storia ha preso un’altra direzione.

La sua eredità non può restare confinata nel passato. Dobbiamo valorizzarne il pensiero e l’impegno, non solo per ciò che ha rappresentato per la Cisl e per il sindacalismo confederale, ma anche per trasferire questi valori ai giovani sindacalisti. La Fondazione Marini si propone proprio di fare questo: promuovere la formazione, valorizzare e trasmettere il pensiero e l’opera di Franco alle nuove generazioni.

Mai come oggi è attuale una delle sue grandi battaglie: la valorizzazione della contrattazione, dei principi della concertazione e della partecipazione. Siamo vicini a realizzare l’attuazione dell’articolo 46 della Costituzione, che garantisce il diritto dei lavoratori a collaborare alla gestione delle loro aziende. Franco credeva fermamente in un rinnovato rapporto tra capitale e lavoro, superando le logiche di conflitto e contrapposizione del Novecento.

Come Cisl, abbiamo raccolto 400.000 firme per una proposta di legge di iniziativa popolare sulla partecipazione e la democrazia economica, ora in discussione alla Camera. E crediamo di essere in linea con la storia e il pensiero di Marini, di Giulio Pastore e di Mario Romani.

Il nostro Paese affronta sfide complesse che richiedono un dialogo rinnovato tra istituzioni e parti sociali, fondato sulla partecipazione e insieme sul valore della contrattazione. Per questo, l’eredità di Franco può essere un arricchimento per tutti, dentro e fuori la nostra organizzazione.

Dobbiamo far vivere il pensiero di Marini, trasferendolo alle generazioni future e ai tanti giovani sindacalisti che si affacciano oggi al mondo del lavoro.

 

[Testo della registrazione non rivisto dall’autore]