Milano, 7 nov. (askanews) – “E’ stato pubblicato sul giornale ‘Il Fatto Quotidiano’ del 5 novembre l’articolo dal titolo ‘Il Garante ci costa 50 milioni l’anno: stipendi da 250 mila euro’. In tale articolo, con richiamo all’anticipazione della puntata di ‘Report’ del prossimo 9 novembre, si prospetta che il costo delle spese di rappresentanza del Garante ammonterebbe a 400 mila euro. Si tratta di dati che esprimono una palese mistificazione, sia metodologica che contenutistica”. Lo afferma il Garante per la Protezione dei Dati Personali, precisando che “le recenti notizie divulgate su stampa e televisioni” sulla situazione finanziaria del Garante, “rendono non più procrastinabili alcuni, necessari, chiarimenti, finalizzati a ribadire, nella verità della rappresentazione, l’efficienza amministrativa dell’Autorità”.
“Fare inchieste giornalistiche sul funzionamento di un’Autorità amministrativa indipendente come il Garante per la protezione dei dati personali rappresenta un elemento centrale nella vita democratica ma è indispensabile che tali inchieste siano svolte senza pregiudizi e con l’obiettività necessaria a garantire all’opinione pubblica un’informazione corretta e attendibile”, sottolinea il Garante della Privacy, mettendosi a disposizione “per ogni ulteriore informazione sia ritenuta utile o necessaria per meglio comprendere i costi di funzionamento dell’Autorità e trarre ogni conseguente conclusione sulla correttezza della sua gestione”.
Il Garante della Privacy, si legge nella nota, “come tutte le autorità indipendenti, non è un’azienda di servizi, ma un’amministrazione pubblica: il pagamento degli stipendi e delle indennità, dovute per legge e disciplinate dalla legge, è in perfetta linea con analoghi dati rinvenibili per l’Antitrust (84%) e per l’Agcom (76%), come è agevolmente ricavabile dai rispettivi siti. Il tutto a dimostrazione di una percentuale assolutamente fisiologica”.
Quanto al trattamento economico dei componenti del Collegio, si tratta di una disciplina “regolata dall’art. 153, comma 6 del Codice Privacy (d.lgs. n. 196/2003), novellato dall’art. 9, comma 1, lettera h) del DL 139/2021, convertito con modificazioni dalla legge 205/2021 in cui è previsto che ‘al presidente e ai componenti compete una indennità di funzione pari alla retribuzione in godimento al primo Presidente della Corte di Cassazione, nei limiti previsti dalla legge per il trattamento economico annuo omnicomprensivo di chiunque riceva a carico delle finanze pubbliche emolumenti o retribuzioni nell’ambito di rapporti di lavoro dipendente o autonomo con pubbliche amministrazioni statali. L’indennità di funzione di cui al primo periodo è da ritenere onnicomprensiva ad esclusione del rimborso delle spese effettivamente sostenute e documentate in occasione di attività istituzionali’. Si tratta del compenso previsto per i componenti di tutte le principali autorità amministrative indipendenti (AGCM, AGCOM, ART, ARERA, IVASS, CONSOB)”.

