In vista delle cruciali elezioni di domenica 23 febbraio, i candidati dei quattro principali partiti tedeschi si sono confrontati in un acceso dibattito televisivo sul canale privato RTL. Friedrich Merz per l’Unione Cdu-Csu, il cancelliere uscente Olaf Scholz per la Spd, il Verde Robert Habeck e la leader dell’AfD Alice Weidel si sono sfidati su temi caldi come la guerra in Ucraina, l’economia e i forti cambiamenti internazionali annunciati dalla nuova amministrazione Trump. A spiccare per incisività e presenza scenica, secondo un sondaggio Bild/Blitz, è stato il leader conservatore Merz.
Stando ai dati pubblicati dal popolare quotidiano tedesco, il 32% degli spettatori si è detto “convinto” dagli interventi di Merz, 69 anni, volto storico dell’ala conservatrice della Cdu. Non è solo l’età matura a distinguerlo, ma anche la sua lunga esperienza di partito, benché di minoranza per tutto il tempo della leadership di Angela Merkel. Con toni decisi, Merz ha promesso un cambio di rotta in politica interna, facendo leva sul malcontento diffuso riguardo alla gestione dei flussi migratori e della sicurezza. Pesa comunque su di lui il discredito per l’apertura all’AfD, poi spiegata come occasionale e dunque non propeduetica a una futura collaborazione di governo.
Al secondo posto si è piazzato Olaf Scholz, con il 25% delle preferenze. L’attuale cancelliere, 66 anni, ha cercato di difendere il bilancio del governo (Coalizione Semaforo), sottolineando come il numero dei richiedenti asilo sia già notevolmente diminuito rispetto ai picchi degli anni precedenti. Tuttavia, il suo approccio pacato e pragmatico ha convinto meno rispetto alla verve combattiva di Merz.
A sorpresa, Robert Habeck, ministro dell’economia uscente e volto di spicco dei Verdi, ha ottenuto solo il 18%, lo stesso risultato di Alice Weidel, leader dell’ultradestra AfD. Un risultato di parità che rivela un’elettorato polarizzato, diviso tra le proposte ecologiste di Habeck, 55 anni, e le posizioni nazionaliste e anti-migratorie di Weidel, 46 anni. Quest’ultima ha dichiarato che l’AfD fermerà la “migrazione illegale” anche con la chiusura delle frontiere, senza però spiegare come intenda farlo.
Il confronto si è fatto particolarmente acceso sul tema dei migranti e della sicurezza, un argomento scottante in Germania dopo due gravi episodi di cronaca: pochi giorni fa, un richiedente asilo afgano ha investito la folla a Monaco e, un mese prima, un altro richiedente asilo afgano ha accoltellato dei passanti in un parco ad Aschaffenburg, sempre in Baviera. Merz ha attaccato duramente il governo uscente, accusandolo di aver continuato ad accogliere rifugiati dall’Afghanistan nonostante i recenti episodi di violenza. Weidel ha cavalcato la stessa onda emotiva, rilanciando con toni ancor più duri.
In un clima di tensione e incertezza, il sondaggio Bild suggerisce che Merz abbia sfruttato le paure e le preoccupazioni di un elettorato inquieto, prospettando un’alternativa seppur vaga. La partita, tuttavia, resta aperta e l’esito delle urne potrebbe riservare sorprese.