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lunedì, Aprile 28, 2025
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Germania, la CDU di Merz rischia di perdere la propria identità

L’ambiguo approccio verso l’AfD mina la credibilità del partito erede della tradizione antinazista di Adenauer. Il cedimento all’estrema destra dovrebbe aprire un dibattito nel Ppe.

L’ambigua postura della CDU di Friedrich Merz nei confronti dell’AfD solleva inquietudini crescenti, non solo in Germania, ma nell’intero panorama politico europeo. Non si tratta semplicemente dell’influenza dell’ultradestra tedesca, ma del nodo cruciale che stringe un grande partito democratico europeo: conciliare la sua identità, forgiata nell’antinazismo di Adenauer, con la pressione incalzante degli estremisti di destra.

L’editoriale di Mariam Lau su Die Zeit (23 aprile) è un atto d’accusa contro la linea della CDU, rea di non aver assunto una posizione inequivocabile verso l’AfD. Dichiarazioni come quelle di Jens Spahn, vice di Merz, che suggeriscono una “normalizzazione” dei rapporti con l’estrema destra, rimangono sospese, prive di una smentita autorevole. Secondo Lau, il pericolo incombente è che l’assenza di una condanna esplicita dell’AfD finisca per legittimare un partito che non si limita a criticare l’ordine democratico, ma lo minaccia apertamente.

L’errore politico di Merz e della sua CDU è duplice e grave: da un lato, l’incapacità di percepire il disorientamento che questa contiguità con l’AfD genera nell’elettorato moderato, oggi orfano di una guida chiara; dall’altro, l’illusione che i principi democratici possano ammettere smagliature. La storia della CDU insegna che la sua forza non risiedeva nella paura della sconfitta, ma nella coerenza con i valori fondanti di libertà, solidarietà e giustizia sociale.

È doveroso riflettere sul moderatismo della CDU, a confronto con la tradizione più progressista della DC. Tuttavia, lungo l’asse italo-tedesco, la stella polare della visione democristiana è sempre stata la difesa intransigente dei valori democratici. Pertanto, la CDU ha il dovere di mantenere alta la guardia verso l’AfD, non solo per la propria credibilità, ma per la salvaguardia dell’intera Europa democratica.

Lo smarrimento dell’identità democristiana non sarebbe solo una sconfitta elettorale, ma una resa etica. Questa deriva dovrebbe allarmare il Partito Popolare Europeo, riunito oggi e domani a Siviglia: l’incertezza verso l’estrema destra non solo indebolisce la CDU, ma rafforza chi mina le fondamenta della nostra democrazia.