Grazie per l’invito e complimenti a Lorenzo Dellai per aver promosso questo incontro di oggi. Vista l’importanza del tema e il poco tempo a disposizione, sarò rapido.
Innanzitutto, il titolo scelto per questa sessione è stimolante. Credo davvero che per amministrare bene sia fondamentale avere una visione d’insieme, quasi “da elicottero”, che consenta di operare sia dall’alto che dal basso. Oggi, l’argomento che ci sta davanti è cruciale: l’Europa. Osserviamo stupefatti alla rottura di consolidati
equilibri, come dimostra l’improvviso e brutale disallineamento tra Stati Uniti e Ucraina, con rischi per tutto l’Occidente. Sarà importante discutere di questo.
Per chi, come me, ha vissuto esperienze nel volontariato e nello scoutismo, non è difficile affermare che l’Europa rappresenta l’unica prospettiva valida. È una questione di rilevanza assoluta non solo per noi. Oggi la grande sfida riguarda il confronto fra l’Europa e il resto del mondo. Sul punto, gli atteggiamenti dei partiti sono diversi: nel centro-destra la Lega si oppone all’Europa, mentre Forza Italia si dichiara a favore. Non è una distinzione da poco, ne va della credibilità dell’Italia per via dell’idierna comunanza di responsabilità, tra queste due forze politiche, nel governo del Paese. Più in generale, è fondamentale distinguere tra chi sostiene la scelta europeista e chi la contrasta, come pure tra chi confida nella logica della cooperazione internazionale e chi pretende di archiviarla.
La questione che più ci affanna è quella dell’immigrazione. Siamo di fronte a una crisi che non riusciamo ancora a gestire organicamente a livello europeo. La condizione presente, con un gran numero di persone in stato di irregolarità, richiede un cambio radicale di direzione: dobbiamo regolarizzare o meglio integrare le persone attraverso esperienze lavorative e scolastiche. Senza un nuovo approccio di fronte s questa emergenza, sarà difficile arginare le spinte xenofobe e razziste che in tutta Europa mettono a rischio la tenuta democratica delle singole comunità nazionali. Negli anni ’70 eravamo 3,5 miliardi di abitanti nel mondo, oggi siamo 8 miliardi. Le pressioni migratorie sono enormi e se non affrontiamo seriamente questo tema, la deriva verso destra sarà inarrestabile.
Passando ai temi più locali, come la solitudine degli anziani e dei giovani, è fondamentale includere nella nostra discussione la partecipazione attiva dei cittadini. A Udine abbiamo attivato progetti partecipativi che coinvolgono le diverse associazioni presenti nei quartieri, anche cercando di affrontare insieme il discorso della sicurezza. È fondamentale non regalare questa dimensione, al tempo stesso esistenziale e politica, alla iniziativa della destra.
Per quanto riguarda la Rete di Trieste, ho proposto di stabilire un protocollo di intesa con l’Anci – e lo faremo – per raccogliere tutti coloro che si ispirano ai valori cristiani all’interno delle istituzioni territoriali. La nostra forza risiede nell’essere uniti e aperti. Dunque, non abbiamo bisogno di costruire un partito? Al riguardo, ancora poco fa Russo è stato drastico nel ribadire il suo no, mentre Dellai ha dato l’idea di essere più possibilista. Ecco, in verità dobbiamo restare in atteggiamento di reciproca disponibilità, per essere pronti ad affrontare scenari in continua evoluzione. I sistemi complessi, come le dinamiche sociali ci segnalano giorno dopo giorno, non possono essere controllati rigidamente, bensì seguiti e influenzati attraverso la forza e la capacità di adattamento. È importante “cogliere l’attimo” e rinnovare costantemente la proposta politica, sapendo che ciò che è in essere oggi potrebbe cambiare nell’immediato futuro.
In conclusione, continuiamo a lavorare insieme, mantenendo viva la tensione verso un disegno di rinnovata ed efficace partecipazione democratica. Poi, chi avrà più filo da tessere potrà farlo, a maggior ragione se avrà cura di mettersi al servizio degli altri con animo generoso.
[Il testo non è stato rivisto dall’autore]