Bolzano, 13 ott. (askanews) – Il Museion di Bolzano uno di quei luoghi nei quali il contemporaneo si manifesta nella sua versione pi impegnata e consapevole, uno spazio che sa accogliere la libert radicale dell’arte e farne narrazione espositiva. Succede anche con la nuova mostra, dedicata all’artista francese Nicola L., intitolata “I Am The Last Woman Object” e curata da Leonie Radine. “Il suo lavoro – ha detto la curatrice ad askanews – parla al presente, anche se parte dal 1960. Continua a portare speranza, specialmente nel periodo che stiamo vivendo. Lei ha sviluppato sia una pratica radicalmente politica e socialmente impegnata, sia lavori giocosi e divertenti, all’incrocio tra diverse discipline: la scultura, la pittura, la performance, il disegno, il collage e i film”.
La mostra racconta il lavoro di un’artista che ha vissuto in molti luoghi e ha esplorato molte tipologie di opere, dai grandi striscioni per le manifestazioni a sculture magnetiche dedicate a donne della storia e della letteratura, come Cleopatra e Madame Bovary, ma anche Ulrike Meinhof. E una parte importante dell’esposizione dedicata a opere fatte per essere indossate. “Una delle sue serie pi importanti – ha aggiunto Radine – sono i ‘pntrables’, Li considerava una sorta di seconda pelle e quello che aveva in mente, soprattutto con i pntrables collettivi, come per esempio degli impermeabili per undici o pi persone da indossare insieme e contemporaneamente, era proprio l’idea di comunit e collettivit. Voleva creare un corpo collettivo, nella stessa pelle, senza distinzioni di classe sociale, etnia o altri fattori che di solito portano all’esclusione”.
Il messaggio di Nicola L., morta negli Stati Uniti nel 2018, radicale, pur nel suo apparire facile e spesso anche accattivante. Come nel caso delle sculture antropomorfe, tra tutte la “Little Tv Woman”, che ammette il suo essere donna oggetto. “Questi lavori sono molto divertenti e giocosi – ha concluso Leonie Radine – ma sono anche prese di posizione politiche sul tradizionale ruolo dei generi, specialmente nell’ambiente domestico, con le donne spesso oggettificate e rinchiuse in una funzione”.
praticamente impossibile raccontare tutte le suggestioni che la mostra di Nicola L. arriva a suscitare, giusto che ogni visitatore le attraversi con in proprio corpo e le proprie sensazioni, come se l’intera esposizione fosse un grande unico pntrable che ci consente di essere noi stessi, ma dentro un pi grande corpo collettivo, che quello di un’arte contemporanea pensata per la vita e non solo per i musei. (Leonardo Merlini)