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giovedì, 23 Ottobre, 2025
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Giornata Polio, campagna vaccinazioni nel docu "Gaza’s Silent Threat"

Roma, 23 ott. (askanews) – Dall’ottobre 2023, oltre l’80% delle infrastrutture sanitarie, idriche e igienico-sanitarie di Gaza è stato distrutto o danneggiato dalle operazioni militari, creando le condizioni ideali per la diffusione di malattie infettive. Dopo 25 anni, la poliomielite è riemersa nella Striscia d Gaza nell’agosto 2024, con il caso di un bambino di dieci mesi rimasto paralizzato; i campioni ambientali di Deir al Balah e Khan Younis, raccolti nel dicembre 2024 e nel gennaio 2025, hanno confermato la trasmissione del poliovirus. Per questo Unicef, Oms e altri partner hanno condotto – tra molte difficoltà – diversi cicli di campagne di vaccinazioni antipolio raggiungendo oltre 600 mila bambini sotto i 10 anni.

Per raccontare questa campagna, l’Unicef ha realizzato il documentario “Gaza’s Silent Threat” (La minaccia silenziosa di Gaza), che mette in luce la ricomparsa della poliomielite e il lavoro degli operatori umanitari, tra cui il dottor Younis Awadallah, insignito del premio TIME100 Health, e Fairuz AbuWarda, che hanno guidato la campagna di vaccinazione d’emergenza per proteggere i bambini in uno dei contesti umanitari più difficili al mondo.

Consegnare vaccini in una zona di guerra attiva è una delle sfide più complesse e urgenti che gli operatori umanitari devono affrontare, che richiede competenze, coraggio e resilienza straordinari, spiega Unicef in un comunicato. Tra ricorrenti minacce alla sicurezza, ostacoli logistici e accesso limitato ai servizi sanitari, il dottor Younis e il suo team conducono una campagna di immunizzazione urgente a Gaza per proteggere i bambini vulnerabili dalla diffusione della poliomielite, si legge nel esto. Questa è più di una semplice storia su una campagna di vaccinazione. È una potente testimonianza dell’impatto della guerra sulla salute dei bambini e un tributo al coraggio delle famiglie e degli operatori sanitari che lottano per sopravvivere e prendersi cura gli uni degli altri nelle circostanze più fragili, conclude l’organizzazione.