Giovani e violenza: quando la famiglia non è più un “rifugio”.

La crisi della famiglia sta lasciando i giovani senza riferimenti, esponendoli a solitudine e disagio. Urge riscoprire il ruolo educativo di questa “societas naturalis” per trasmettere sicurezza e valori.

Dove stiamo arrivando? Alle porte di Roma, una ragazzina di dodici anni ha accoltellato un compagno, colpevole, secondo lei, di aver fatto la spia alla professoressa per aver copiato un compito. Per la dodicenne, questo gesto è stato un affronto intollerabile, che ha scatenato in lei una reazione violenta, spingendola a portare a scuola un coltello da cucina, dopo il ponte di Ognissanti, e a colpire il compagno con dei fendenti. Lucida e consapevole, la ragazza ha subito chiamato i carabinieri, confessando il proprio gesto. Dove stiamo andando?

La nostra società e le nostre famiglie stanno attraversando una crisi profonda. Mancano le regole, e molti giovani sembrano immersi in una realtà simile a quella di un videogame, dove basta poco per far esplodere la violenza. Solo pochi giorni fa, in provincia di Napoli, si è assistito a una sparatoria per motivi futili. Questo è solo uno dei tanti segnali di una crisi valoriale in atto.

In questo quadro, la famiglia sembra il grande assente. Se a dodici anni una ragazza esce di casa con un coltello in tasca, significa che è mancata un’educazione adeguata. Parliamo da tempo della crisi di valori che affligge le famiglie, ma la recente deriva è allarmante. Non possiamo ridurre tutto a un generico “disagio giovanile” come se riguardasse solo gli altri e non noi stessi. Oggi i ragazzi sono pervasi da molteplici problematiche — mancanza di autostima, disturbi comportamentali, depressione — spesso radicate nel contesto familiare.

La famiglia dovrebbe essere il primo luogo deputato a sostenere i giovani, intervenendo in caso di pressioni sociali o difficoltà relazionali, sia a scuola sia con gli amici o con gli adulti. La carenza di dialogo tra genitori e figli, però, spinge molti a rifugiarsi nella realtà virtuale dei social, un mondo artefatto che non fa che amplificare le loro difficoltà. Questa tendenza è stata accentuata dal COVID. L’ultimo rapporto ISTAT ha evidenziato come i giovani tra i 15 e i 34 anni siano economicamente instabili e alle prese con un disagio sociale e psicologico rilevante. La famiglia dovrebbe fare da cuscinetto, ma troppo spesso non lo è.

Il contesto familiare dovrebbe rappresentare per i ragazzi un approdo sicuro, dove trovare protezione e sostegno. Purtroppo, in molti casi non è così, e questo porta i giovani a una solitudine profonda, che spesso sfocia in gravi disagi psicologici. È la crisi della famiglia, e con essa la crisi del nostro futuro. Siamo consapevoli della portata di questa situazione? Cosa possiamo fare per affrontare questa crisi di valori e restituire un senso di sicurezza e supporto ai nostri giovani?