Gli errori della politica in una società travagliata

Nel sentire comune si avverte la perdita di credibilità in una politica che ormai da molto tempo vive una lunga deriva di declino morale, ideale e fattuale.

La politica e i partiti in Italia sono generalmente disprezzati dalla società civile e non è cosa di oggi o di ieri.

Le pessime modalità ordinarie di gestione della “cosa pubblica” cui siamo tristemente abituati  non sono certo rimosse o dimenticate per merito delle mirabolanti promesse di cambiamento.

La gente percepisce il potere come uno strumento di vessazione, un luogo di intrighi e corruttele, un mezzo per realizzare interessi privati, clientele, malaffare.

Nel sentire comune si avverte la perdita di credibilità in una politica che ormai da molto tempo vive una lunga deriva di declino morale, ideale e fattuale.

Dopo la caduta delle ideologie e la progressiva scomparsa di una cultura del senso civico e del bene comune, i partiti si sono configurati come strutture oligarchiche e fortemente personalizzate. 

In questa fase tutto è  drammaticamente esasperato. Si sono chiuse scuole, aziende, imprese, si è bloccato il Paese ma le nomine ai vertici delle partecipate non sono state rimandate al post-pandemia, troppo ghiotta la spartizione di potere e poltrone: per questo i soldi ci sono, sulle mascherine invece solo enfasi ed eccessi di annuncio, una farsa grottesca che fa riflettere. Ne servono 35 milioni al giorno: dove sono?

Se la politica difetta di competenza e responsabilità succede che avvertiamo di essere governati da mani inaffidabili: anche in questo frangente del Covid-19 sono emersi i difetti di sempre: la contrapposizione e sovrapposizione dei poteri, la confusione ridondante delle regole indecifrabili, la preponderanza della burocrazia, il venir meno del buon senso comune, la leggerezza di valutazione iniziale rispetto agli esiti del disastro annunciato. Nonostante l’OMS e gli accordi internazionali sottoscritti.

La modulistica delle autocertificazioni ha raggiunto livelli di complessità parossistica, il delirio del rimedio postumo agli errori iniziali ha generato un clima di sequestro domiciliare di massa, un’alea di sospetto.

Ma la classe politica non viene generata dal nulla: nasce, cresce e fa carriera in una società civile dove evidentemente prevalgono gli aspetti negativi, nei comportamenti individuali e collettivi.

Si tratta di una inesorabile decadenza che caratterizza il modo di vivere, oggi.

Non ci sono solo le beghe di palazzo, anche tra noi siamo da un pezzo al “tutti contro tutti”.

Corruzione dilagante ad ogni livello del pubblico e del privato, elusione del senso del dovere, rivendicazione unilaterale dei diritti, odio sociale e rampantismo si accompagnano a sentimenti di invidia, cattiveria, sospetto, delazione, diffidenza, rancore, indifferenza, cinismo.

E nel fare e nell’essere guardiamo soprattutto al tornaconto personale, al mero interesse materiale, alla convenienza del momento.

C’era un tempo in cui una stretta di mano o la parola data erano il suggello di valori sacri e tramandati, erano un patto di onore e di lealtà, cui non si poteva venir meno.

Ora che per la pandemia in atto questi gesti ci sono vietati dall’emergenza sanitaria, ne avvertiamo la mancanza, cresce un sentimento di nostalgia per le buone maniere, sostituite dalla diffidenza giustificabile e dalla paura del contagio.

Possiamo addebitare alla politica le colpe che ha e che merita. 

Ma non possiamo nasconderci dietro l’alibi del potere malandrino e dell’innocenza sociale.

Basta guardarci attorno, aprire o chiudere una porta di casa per trovare violenza, prevaricazione, doppiezze, inganni, sopraffazione: contro le donne, contro i minori, contro gli anziani, i deboli e gli indifesi. Anche in questo il Coronavirus e le misure di contenimento della sua diffusione ci mettono di fronte alle quotidiane difficoltà della vita domestica e delle relazioni sociali.

Stiamo scoprendo che accanto a prove di generosa solidarietà c’è un bene che resta nascosto, eluso, deriso. Rispettiamo le regole più per timore delle sanzioni che per senso civico e ubbidienza. 

Ci sono comportamenti irresponsabili che denotano assenza totale di senso del bene comune e di rispetto degli altri. Cui corrisponde una carenza di capacità di decisione e di guida politica: la vera paura è generata dall’incapacità di decidere, troppi tavoli e commissioni, basterebbe una mente pensante illuminata da idee chiare e lungimiranti.

Se tutto questo tsunami è nato da un complotto o da un errore ciò significa che la vita stessa, la dignità umana, il rispetto per gli altri  non sono più un valore.

E se siamo un po’ tutti naufraghi alla deriva, clandestini che camminano a bordo di un’epoca senza orizzonti non possiamo immaginare, credere o sperare che coloro che deleghiamo – affinchè ci rappresentino – possano come per un miracolo essere alla fin fine migliori di noi.