Gli Operatori Fiduciari: quell’esercito in cerca di giustizia sociale.

Sono ormai anni che il settore della vigilanza cerca di colmare un vuoto normativo e retributivo. Alle richieste delle Guardie Giurate si uniscono ora quelle dei disarmati Operatori Fiduciari, indotti a doppi turni di lavoro per sbarcare il lunario.

Durante il periodo pandemico li vedevamo controllare la temperatura e i green pass all’utenza nelle gallerie commerciali, nei negozi e nelle stazioni; non senza polemiche, generate dalla sensibilità comune. In “tempi normali” li vediamo, ogni giorno, vigilare nei presidi ferroviari e ospedalieri, porti, aeroporti, ed in tutte quelle stazioni appaltanti che richiedono il loro servizio. Parliamo ovviamente dei vigilantes, lavoratori ben identificati nei luoghi di lavoro ma che rischiano di restare invisibili dal punto di vista sociale. 

La magra busta paga dei lavoratori della vigilanza si evidenzia passando dalla retribuzione di una guardia giurata a quella di un operatore per i servizi fiduciari, appartenente della cosiddetta “vigilanza non armata”. Figli di una genesi contrattuale che li ha visti, nel corso degli anni, passare dal contratto del turismo a quello del multiservizi, a quello del portierato, approdando, infine, in quello della vigilanza disarmata, uomini e donne (spesso giovani studenti universitari), sono entrati nel settore della vigilanza privata, soppiantando, in numero, i colleghi armati. Nonostante lavorare oltre l’orario contrattuale non sia obbligatorio, i lavoratori fiduciari sono di fatto portati ad estenuanti doppi turni, anche di notte, per poter avere uno stipendio che superi, anche di poco, le mille euro. 

A peggiorare la situazione degli operatori per i Servizi Fiduciari vi sono anche le stazioni appaltanti che, per risparmiare, cercano manodopera a ribasso. Le imprese, per poter restare dentro il mercato del lavoro, offrono una paga base oraria che si aggira sui 5,50 euro lordi l’ora. Per sottolineare questa distanza contrattuale tra guardie giurate a operatori fiduciari, basti pensare che questi ultimi non godono nemmeno della quattordicesima mensilità e, spesso, nemmeno dei buoni pasto a presenza giornaliera. Il rinnovo del contratto nazionale, richiesto da oltre sette anni dalle Organizzazioni Sindacali, non ha ancora raggiunto un accordo con la controparte datoriale. Il termine “fiduciario” esprime con la parola “fiducia” quel delicato lavoro che essi, pur non essendo pubblici ufficiali, compiono giorno dopo giorno, nei luoghi pubblici e privati. 

La fiducia che si rimette nelle loro mani deve essere debitamente proporzionata a quella che loro si augurano di ricevere, in particolare, in un mercato del lavoro che richiede sempre più specializzazione, competenza ed efficienza. La fiducia, come anche la competenza, devono essere ben pagate. Anche dal lato economico.