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mercoledì, 14 Maggio, 2025
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Governo avanti tutta sui centri per migranti in Albania, Meloni chiede la fiducia alla Camera

Roma, 13 mag. (askanews) – Governo avanti tutta sui centri per migranti nel paese delle Aquile, sotto la giurisdizione italiana. Domani l’aula della Camera vota la fiducia sul dl Albania che modifica il protocollo, firmato tra la premier Giorgia Meloni e l’omologo Edi Rama ormai un anno e mezzo fa, estendendone la platea agli stranieri, già in Italia, colpiti da provvedimenti di trattenimento e trasformando le strutture in Centri per il rimpatrio non solo per extracomunitari richiedenti asilo intercettati in acque internazionali.

Venerdì la premier Giorgia Meloni sarà a Tirana al vertice della Comunità Politica Europea (EPC) e non è escluso che possa visitare le strutture di Schengjin e Gjader che per la Meloni sono un “modello innovativo” che raccoglie “sempre più consenso” in Europa. Ma che sinora non hanno funzionato, come le opposizioni hanno continuato ad evidenziare, con costi ingenti, una ‘spola’ nella acque dell’Adriatico che ha messo in imbarazzo l’esecutivo e uno scontro con i magistrati senza precedenti.

L’andirivieni di questi mesi, di navi militari con a bordo extracomunitari “a seguito di operazioni di soccorso”, in seguito alla mancata convalida da parte dei giudici dei trattenimenti nonostante il decreto legge con cui il governo ha stilato per legge la lista dei paesi considerati sicuri (su cui è atteso entro l’estate il verdetto della Corte di giustizia europea), ha convinto il governo ad ampliare la sfera d’azione del protocollo. D’altronde era stata la stessa premier a dicembre del 2024 ad affermare alla kermesse di Fratelli d’Italia dal palco di Atreju: “i centri funzioneranno, funzioneranno. Dovessi passarci ogni notte da qui alla fine del governo italiano, funzioneranno”.

In sede di esame degli emendamenti in commissione Affari costituzionali, sono state approvate alcune proposte presentate dalla relatrice Sara Kelany (Fdi) che vanno ulteriormente in questa direzione. Se il migrante, trasferito nei centri in Albania, dovesse presentare domanda di protezione, cambiando quindi il suo status giuridico, non sarà riportato in Italia se vi siano “fondati motivi per ritenere che la domanda di protezione internazionale sia stata presentata al solo scopo di ritardare o impedire l’esecuzione del respingimento o dell’espulsione”. Una norma di cui la stessa relatrice ha spiegato la ratio: “Da quando il governo ha deciso di aprire il Cpr di Gjader anche ai migranti già destinatari in Italia di un provvedimento di espulsione sono giunte alcune sentenze, dal sapore ancora una volta ideologico, che fino ad oggi hanno avuto l’effetto di rimettere a piede libero ben 14 soggetti pericolosi trattenuti nel centro in Albania in attesa di rimpatrio”.

Tra le novità introdotte nell’iter parlamentare anche la proroga al 31 dicembre 2026 delle deroghe ad alcune disposizioni di legge per l’individuazione, l’acquisizione o l’ampliamento dei Cpr e la cessione a Tirana a titolo gratuito “due motovedette della classe 400 Cavallari in dotazione al corpo delle capitanerie di porto-Guardia Costiera”.

Domani, dunque, ci sarà il voto di fiducia sul dl Albania, provvedimento su cui il centrodestra ha sempre mostrato la sua compattezza, senza tentennamenti come su tutti i provvedimenti in materia di immigrazione. Il testo passerà quindi all’esame del Senato per il via libera definitivo. Poi, sarà la cronaca a dire se i centri “funzioneranno” e come funzioneranno anche sul fronte del rispetto dei diritti umani dei migranti.