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Governo deve risarcire migranti, Meloni-Salvini contro Corte di Cassazione

Roma, 7 mar. (askanews) – Ad appena due giorni dall’incontro con i magistrati a Palazzo Chigi scoppia un nuovo scontro tra governo e magistratura, raggiungendo livelli così alti da costringere a intervenire con una nota (fatto rarissimo) la prima presidente della Corte di Cassazione.

A far divampare la polemica una sentenza delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione che ha condannato il governo a risarcire un gruppo di migranti trasportati dalla nave Diciotti perché il governo di allora, con Ministro dell’Interno Matteo Salvini (che fu indagato), non indicò subito un porto sicuro per lo sbarco. I migranti furono tenuti sulla nave che li aveva soccorsi dal 16 al 25 agosto del 2018.

“L’obbligo del soccorso in mare – hanno scritto tra le altre cose nelle motivazioni i giudici – corrisponde a un’antica regola di carattere consuetudinario, rappresenta il fondamento delle principali convenzioni internazionali, oltre che del diritto marittimo italiano e costituisce un preciso dovere di tutti i soggetti, pubblici o privati, che abbiano notizia di una nave o persona in pericolo esistente in qualsiasi zona di mare in cui si verifichi tale necessità e come tale esso deve considerarsi prevalente su tutte le norme e gli accordi bilaterali finalizzati al contrasto dell’immigrazione irregolare”.

Durissima la reazione della presidente del Consiglio Giorgia Meloni che su X, da Bruxelles, parla di applicazione di un principio “assai opinabile”. “Per effetto di questa decisione – accusa – il Governo dovrà risarcire, con i soldi dei cittadini italiani onesti che pagano le tasse, persone che hanno tentato di entrare in Italia illegalmente, ovvero violando la legge dello Stato italiano. Non credo siano queste le decisioni che avvicinano i cittadini alle istituzioni, e confesso che dover spendere soldi per questo, quando non abbiamo abbastanza risorse per fare tutto quello che sarebbe giusto fare, è molto frustrante”. Più scomposta la presa di posizione di Salvini che parla di “sentenza vergognosa” e di “un’altra invasione di campo indebita”. “Pagassero i giudici, se amano particolarmente i clandestini, ne accolgano un po’ a casa loro”, tuona il leader della Lega.

All’uno-due di Meloni e Salvini si aggiunge subito una “batteria” di comunicati della maggioranza – soprattutto targati Fdi e Lega – a sostegno dell’esecutivo, mentre le opposizioni fanno ‘scudo’ ai magistrati e accusano (con Elly Schlein) il governo di costosi “fallimenti” come quello dei centri in Albania.

La polemica ha però ormai raggiunto e superato il livello di guardia tanto che la prima presidente della Cassazione Margherita Cassano (peraltro della corrente moderata Magistratura Indipendente) decide di scrivere e diffondere una breve nota. “Le decisioni della Corte di Cassazione, al pari di quelle degli altri giudici – sottolinea – possono essere oggetto di critica. Sono, invece, inaccettabili gli insulti che mettono in discussione la divisione dei poteri su cui si fonda lo Stato di diritto”.

Parole che non servono a smorzare i toni, anzi. La Lega che replica a Cassano (“di inaccettabile c’è solo la sentenza”) e i ministri dell’Interno Matteo Piantedosi e della Giustizia Carlo Nordio intervengono in serata per dire, il primo, che non condivide “affatto” la decisione e, il secondo, che è “perplesso” perchè “garantire un risarcimento a chi entra in modo illegale nel nostro Paese confligge con il principio di legalità”.

Va dunque in archivio una giornata in cui il rapporto tra esecutivo e magistratura ha toccato uno dei suoi punti più bassi e che – se pur c’era stato un tentativo di ‘ricucitura’ – approfondisce il solco tra i due poteri dello Stato con uno scontro che con ogni probabilità dal Giappone, dove è in visita ufficiale, ha osservato con preoccupazione anche il presidente della Repubblica, e del Csm, Sergio Mattarella.