Per gentile concessione dell’autore pubblichiamo la prima parte dell’articolo che, volendo approfondire nel dettaglio, si può leggere nella versione integrale sul sito di “Convergenza Cristiana”
Il Governo Draghi ha dunque preso il via ed ecco che in soli dieci giorni il fiume della storia ha terminato di percorrere completamente la sua ansa, aprendosi ad un orizzonte del tutto nuovo ed inesplorato.
Dopo trent’anni di inossidabile bipolarismo, smantellato anche da alcuni cattolici di allora come quelli del “Patto Segni”, nasce anche in Italia una “groβe Koalition”. Contro ogni previsione si è arrivati in meno che non si dica, all’incontro di tutte le forze popolari che hanno sentito di non potersi sottrarre all’appello del Presidente della Repubblica ed unirsi nell’impegno della difesa della Repubblica in un momento di straordinaria difficoltà. “Occorre rimettere insicurezza l’Italia”. Questa la parola d’ordine ed i generosi e gli intelligenti non si sono sottratti.
Non era difficile prevedere per chi ha un minimo di “divina scintilla” nelle cose della politica che questo sarebbe sto il punto di arrivo della crisi. Da sempre in Italia le situazioni di difficoltà più o meno estreme sono state gestite e superate dall’incontro prima e dalla la collaborazione responsabile poi, di poli politici lontani tra loro. Così fu per il “Connubio “tra Cavour e Rattazzi dopo il disastro di Custoza. Così fu nell’incontro tra i liberali ed i movimenti operai per il trasformismo di De Pretis prima e di Giolitti dopo.
Così fu addirittura per il Fascismo che riuscì a gestire la drammatica crisi del dopoguerra amalgamando per venti lunghi anni prima di implodere Monarchia, grande proprietà agraria, grossi gruppi industriali con il socialismo movimentista e dannunziano fortemente popolare e populista di marca mussoliniana. Di fronte alla drammatica crisi dell’economia collassata su sé stessa sia per la pandemia ma ancor più per la evidente incapacità dei Governi Conte, più di una volta in questi ultimi tempi abbiamo sentito evocare la parola “guerra”.
Siamo in una guerra! Naturale dunque che non si potesse non rispondere all’appello ineludibile ed in qualche modo ultimativo del Presidente della Repubblica e di Draghi: bisogna mettere insicurezza il paese!
Ecco allora arrivare il governo nuovo e diverso dei “migliori” e purtroppo con lui anche lo sbadiglio beota di quanti ancora pensavano di interpretare questo fatto nuovo e dirompente avendo l’occhio fisso ai partiti e ad un passato bipolare che ormai non c’è più.
Volenti o nolenti l’unità nazionale che è nata in soli dieci giorni e che è sotto i nostri occhi è il frutto di una iniziativa certamente democratica e costituzionale ma fortemente connotata dai tratti di un presidenzialismo declinato attraverso la rigida e letterale lettura degli articoli 92 e 93 della Costituzione ‘interpretati ed applicati alla lettera’. E’ stata così messa a nudo una pura e semplice verità. L’aver messo al loro giusto posto i partiti resi liquidi e di plastica da trent’anni di anestesia democratica indotta dal bipolarismo, ha permesso di far venir fuori un nuovo “Patto Repubblicano” tra tutte le forze politiche, sociali ed economiche vive e vitali del paese.
La compiuta declinazione politica di questo fatto ed i suoi effetti compiuti si vedranno con chiarezza solo nei prossimi anni, perché per mettere in sicurezza il paese occorreranno appunto alcuni anni. E questo è il motivo per il quale non sono certo, come qualcuno sostiene, che questo Governo duri un anno o poco più.
Quello di cui invece sono certo perché ben lo vedo è il grande rammarico del dover constatare l’assenza totale di una componente cattolica autorevole e strutturata in partito, quale perno portante ma anche garante di questo “Patto Repubblicano” stilato sotto i nostri occhi. E’ il rammarico dell’ottobre del 2018 quando fallì il generoso sforzo di quanti lottarono perchè la parte migliore del mondo cattolico si fondesse con le varie anime della Democrazia Cristiana restituendo loro vita. E ‘ il rammarico del fallimento dello sforzo successivo per far nascere un partito identitario e nuovo quale risultante della elaborazione di un pensiero politico forte cristianamente ispirato mediato intelligentemente e sapientemente con tutte le forze sociali e politiche di ispirazione cristiana. Tentativo decapitato dalla avventata ed insipiente decisioni di far nascere un partito a data certa e per decreto, con l’idea di trasformare non si sa bene cosa in non si sa ben che e soprattutto in non si sa bene come.
Oggi si vedono gli effetti di quegli errori e di quei ritardi. Effetti pesanti dalle conseguenze gravide di incognite e di rischi. Il motivo è molto semplice. Il “Patto Repubblicano” sarà caratterizzato da manovre economiche ultra espansive. Draghi già lo aveva fatto capire nel suo intervento al meeting di Rimini e noi non avevamo mancato di coglierlo. Ma le manovre economiche che si profilano avranno possibilità concreta di riuscita se accompagnate contestualmente dallo sradicamento senza tanti complimenti della mala pianta di una amministrazione costretta all’inefficienza da leggi prolisse, sbagliate ed eccessive nel numero, e da una giustizia i cui tempi biblici ci costano un calo annuo del 2% del Pil, ovvero da una giustizia che per la sua inefficienza blocca ogni possibile sviluppo economico.
Quattro dunque i futuri protagonisti insieme a Draghi: il Ministro dell’Economia e Finanza, il Ministro dello Sviluppo Economico, il Ministro della Giustizia ed il Ministro della Pubblica Amministrazione: Franco, Giorgetti, Cartabia e Brunetta. L’insuccesso dell’ambizioso progetto di mettere in sicurezza il paese è certo se il lavoro di questi quattro Ministri finisse ad arenarsi ed a spegnersi nel fallimento. Se in altre parole si finisse a sterilizzare ogni possibilità di manovra economica espansiva e dunque di rendere buono il debito attraverso investimenti buoni per le insufficienze delle strutture e degli uomini.
Il problema allora è che un progetto ambizioso e coraggioso quale quello messo in campo dal Mattarella e Draghi, esige e postula anche e soprattutto l’accompagnamento ed il sostegno di una forte spinta etica rinvenibile in tutta la società civile.