Roma, 3 ago. (askanews) – Rifiorisce il mare delle Cinque Terre: al largo della costa di Monterosso, è stato completato a cura del Parco Nazionale il secondo trapianto di Posidonia oceanica, nell’ambito del progetto “GREEN SEA” per la riforestazione dell’Area Marina Protetta delle Cinque Terre, in un contesto ambientale in continua evoluzione. La Posidonia oceanica è una pianta marina endemica del Mediterraneo (non precisamente un’alga), dotata di radici, fusto e foglie. E in grado di produrre fiori e frutti. Le sue praterie sottomarine sono tra gli ecosistemi più produttivi e biodiversi del pianeta.
Secondo gli ultimi rilevamenti, l’inizio del 2025 è stato il più caldo mai registrato nel bacino del Mediterraneo.Le temperature superficiali del mare sono rimaste costantemente al di sopra della media storica, senza mostrare segni del consueto raffreddamento stagionale, a causa di un livello di partenza già insolitamente alto dovuto al riscaldamento globale. Queste condizioni straordinarie rappresentano una seria minaccia per la biodiversità marina del Mediterraneo, in particolare per le specie più vulnerabili come Posidonia oceanica, endemica di questo mare.
Dopo il lancio nel 2024, il progetto Green Sea ha raggiunto un’importante fase: il completamento del secondo trapianto e il primo ciclo di monitoraggio scientifico, che ha restituito risultati incoraggianti sia in termini di attecchimento che di stabilità dell’intervento. L’iniziativa, realizzata dall’International School for Scientific Diving – ETS (ISSD) in collaborazione con il Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e della Vita dell’Università di Genova (DISTAV) e con il sostegno della Fondazione Deutsche Bank Italia, punta a ripristinare tratti di fondale restituendo vitalità a un ecosistema marino fondamentale per la biodiversità e la salute del nostro mare.
I risultati del primo anno hanno fatto registrare un attecchimento al 60%. Il primo monitoraggio, effettuato nel febbraio 2025 sul trapianto eseguito nel settembre 2024 (100 m²), ha evidenziato un tasso di sopravvivenza delle talee intorno al 60%, un dato positivo e in linea con la letteratura scientifica, anche considerando le condizioni meteo-marine avverse del periodo invernale. Le biostuoie, realizzate in materiali naturali e biodegradabili, si sono dimostrate stabili e ben integrate con il substrato. Le talee, posizionate manualmente dai subacquei scientifici di ISSD e DISTAV, mostrano già segni di radicamento.
Con il secondo trapianto altri 100 m² di fondale è stato riforestato. Nel giugno 2025 è stato completato il secondo intervento di trapianto, con la posa di 8 biostuoie (6,2 × 2 m) alla profondità di 22 metri, per una copertura totale di altri 100 m². Su di esse sono stati trapiantate 97 patches, per un totale di 1940 talee. Il materiale vegetale raccolto è costituito da talee naturalmente distaccate dal moto ondoso, riducendo l’impatto sulla prateria esistente. Ad oggi, sono state trapiantate complessivamente circa 4.000 talee.
Un progetto partecipato e sostenibileLe operazioni sono state condotte da subacquei tecnici e scientifici, con mezzi a basso impatto ambientale, tra cui l’imbarcazione elettrica messa a disposizione dall’Area Marina Protetta delle Cinque Terre. I trapianti vengono effettuati alla profondità di 22 metri, dove il tempo operativo utile per i subacquei è di circa 40 minuti per evitare tappe di decompressione. Ogni intervento è pianificato per massimizzare la sopravvivenza delle talee e assicurare la rigenerazione naturale dell’ecosistema. Il secondo monitoraggio scientifico è stato già effettuato nel giugno 2025: i dati sono attualmente in fase di elaborazione e saranno diffusi dopo la pausa estiva.
Secondo Stefano Acunto, Direttore International School for Scientific Diving – ETS (ISSD) “un solo m² di prateria in buona salute produce fino a 20 litri di ossigeno al giorno. Nel caso specifico del progetto Green Sea: i 200 m² di prateria finora impiantati si stima che potrebbero quindi arrivare a produrre fino a 4000 litri di ossigeno al giorno. Le praterie forniscono servizi ecosistemici per un valore compreso tra 8 e 18 milioni di euro all’anno. Tra i diversi servizi forniti, la posidonia agisce come difesa naturale contro l’erosione costiera: la regressione di 1 metro del suo limite può causare un arretramento, stimato fino a 15 metri, del litorale sabbioso.”
“Questo intervento – ha sottolineato Monica Montefalcone, PhD in Scienze del Mare Professore Associato in Ecologia Seascape Ecology Lab, DiSTAV, Università di Genova-rappresenta il primo esperimento di riforestazione di Posidonia oceanica condotto al limite inferiore del suo range batimetrico, a 22 metri di profondità. L’operazione, oltre a generare benefici ecologici rilevanti per la biodiversità, costituisce un caso di studio di grande interesse scientifico per comprendere la resilienza della specie in condizioni ambientali estreme”.
“La doppia identità del Parco, che abbraccia sia l’ambiente terrestre sia quello marino – ha dichiarato Presidente il Presidente del Parco nazionale area marina protetta Cinque Terre Lorenzo Viviani – ci vede impegnati nella tutela dei polmoni verdi, emersi e sommersi. La prateria di Posidonia di Monterosso, tra le più estese e monitorate della Liguria, è un ecosistema straordinario: produce ossigeno come un bosco e offre rifugio e nutrimento a numerose specie marine. Partecipare attivamente a questo progetto è per noi motivo di orgoglio. Il patrimonio di biodiversità dell’Area Marina Protetta rende questo territorio un luogo privilegiato per ricerca e interventi di ripristino ambientale, ma anche un punto di riferimento per l’educazione ambientale e la divulgazione scientifica.”