Il Bartini-Beriev VVA-14 fu un rivoluzionario velivolo ibrido, militare e multiruolo, sviluppato in Unione Sovietica durante gli anni settanta su progetto dell’italiano naturalizzato sovietico Roberto Bartini e rimasto allo stadio di prototipo.

Definito come aereo anfibio a decollo verticale, fu concepito per volare sia ad elevate altitudini a grande velocità sia poco al di sopra del livello del mare, sfruttando l’effetto suolo sulla superficie acquatica: per questa sua innovativa e rivoluzionaria caratteristica, il VVA-14 rappresenta il primo esempio di aereo ad incorporare le caratteristiche e le capacità di un ekranoplano.

Progettato negli anni ’60, l’aereo era una risposta ai missili balistici Polaris. Gli Stati Uniti li introdussero nel 1961 sulla loro flotta sottomarina come parte del loro deterrente nucleare. Nella mente del suo progettista, Robert Bartini, l’anfibio VVA-14 sarebbe la macchina perfetta per cercare e distruggere i sottomarini missilistici.

Dopo la morte di Bartini, nel 1974, il progetto rallentò e successivamente venne interrotto dopo aver effettuato 107 voli con un totale di 103 ore di volo. L’unico VVA-14 rimasto, il No. 19172, venne ritirato al Museo dell’aviazione russa di Monino nel 1987. L’aereo è ancora situato al museo in condizioni di smantellamento, dove è presente e visibile il numero ‘10687’ e la scritta della compagnia aerea Aeroflot con la quale venne immatricolato ed utilizzato per le prove.

Ora questo insolito aereo ora giace fatiscente in un campo vicino a Mosca

Il padre del velivolo  Roberto Oros di Bartini  è stato un ingegnere italiano naturalizzato sovietico che pubblicò anche lavori di cosmologia e fisica teorica.

Espatriò  in URSS nel 1923, sia per sottrarsi ad eventuali rappresaglie fasciste, sia per contribuire al rafforzamento del nuovo Stato comunista in qualità di progettista d’aeroplani. Bartini era stato infatti individuato dalla polizia come agitatore e posto sotto controllo.

Senza effettuare verifiche pratiche alla galleria del vento, Bartini pervenne in maniera del tutto autonoma alla definizione del disegno dello stesso tipo di ala a doppio delta che sarebbe stata utilizzata dal sovietico Tu-144 e dal Concorde.