Il Vietnam – insieme a Cina e Corea del Sud – restano i Paesi dove, nonostante i divieti ufficiali per ragioni igienico-sanitarie, l’uso della carne di cane e di gatto resta diffusa, in particolare nelle fasce di età medie e alte, anche per ragioni legate alla farmacopea tradizionale. Sarebbero una trentina e una decina di milioni rispettivamente gli animali uccisi ogni anno per alimentazione umana in Asia. Se i numeri più alti si registrano in Cina – dieci e quattro milioni – anche in Vietnam si stima siano complessivamente quattro milioni i cani e i gatti consumati ogni anno. Per questo è significativa la notizia di un nuovo giro di vite ad Hanoi: le autorità della capitale hanno infatti diffuso una direttiva severa per impedire il consumo nell’area cittadina. Un provvedimento che è parte di una strategia fatta di tre azioni: applicazione delle leggi e regolamenti vigenti, collaborazione fra le agenzie governative coinvolte, ispezioni sul campo.
Come strumento di maggiore pressione, la direttiva ricorda i recenti focolai di rabbia (un centinaio) registrati in una trentina di località del Paese che hanno provocato anche vittime tra gli umani. Per questo, l’iniziativa pone da subito l’accento su una estesa campagna vaccinale antirabbica che interesserà almeno il 90% dei cani e gatti domestici dell’area urbana.
Significativamente, il provvedimento chiama anche a una maggiore sensibilizzazione i residenti sulle problematiche che nascono dalla convivenza con queste due specie animali, il cui contatto con gli umani rende possibile la reciproca trasmissione di diverse malattie.
Infine, le autorità sottolineano l’aspetto umanitario ma anche pratico, di promozione turistica, della fine dell’uso alimentare di animali domestici per “trasformare Hanoi in una città civile e a misura del turismo secondo gli standard internazionali che riguardano il benessere degli animali e la sicurezza alimentare”. L’intento è dunque quello di promuovere anche l’immagine turistica della capitale, spesso poco considerata, mettendola in prima fila nel movimento contrario allo sfruttamento commerciale e alimentare di animali altrove solo di compagnia.
In realtà in questa direzione spingono già da tempo diverse organizzazioni e municipalità impegnate a sradicare pratiche tradizionali che non trovano giustificazione nel contesto attuale del Paese. La prima era stata, alla fine 2021, Hoi An, città del Vietnam centrale, località storica fra le principali mete turistiche del Paese. L’accordo firmato con l’organizzazione Four Paws International ha portato da allora a ripulire la città da una pratica negativa per la sua immagine e la sua economia.