Roma, 26 ago. (askanews) – “Lasciare Gaza City e cercare di fuggire verso sud sarebbe una condanna a morte. Per questo motivo i sacerdoti e le suore hanno deciso di rimanere e continuare a prendersi cura di tutti coloro che si trovano” nella Chiesa della Sacra Famiglia e della Chiesta di San Porfirio. È quanto si legge nella dichiarazione congiunta diffusa oggi dal Patriarcato latino di Gerusalemme e dal Patriarcato greco ortodosso sulla decisione del governo israeliano di prendere il controllo di Gaza City, sfollando la popolazione nel sud della Striscia di Gaza.
Nella nota si ricorda che dall’inizio della guerra le due due chiese offrono “rifugio a centinaia di civili, tra cui anziani, donne e bambini” e “molti sono indeboliti e malnutriti a causa delle difficoltà degli ultimi mesi”. Non sappiamo esattamente cosa accadrà sul terreno, non solo per la nostra comunità, ma per l’intera popolazione – hanno rimarcato i Patriarcati nella nota – possiamo solo ripetere quello che abbiamo già detto: non può esserci futuro basato sulla prigionia, sullo sfollamento dei palestinesi o sulla vendetta”.
“E’ ora di porre fine a questa spirale di violenza, di porre fine alla guerra e di dare priorità al bene comune delle persone”, hanno concluso, rinnovando l’appello “alla comunità internazionale perché agisca per mettere fine a questa guerra insensata e distruttiva e per il ritorno delle persone scomparse e degli ostaggi israeliani”.