Questa breve nota, solo in apparenza leggera, fa riferimento alla critica ai “sindaci podestà” di cui ha parlato con preoccupazione Rino Formica sul “Domani” (domenica 9 maggio). Il vecchio dirigente socialista individua nel processo di accentramento del potere locale l’inizio di un degrado più generale della vita democratica. Con la distruzione dei partiti si è dato vita a un sistema che accoglie e legittima pericolosamente il nucleo “neo cesaristico” della politica contemporanea.
Si parlava l’altro giorno del Friuli terremotato. Tutti pensano che la sua favolosa ricostruzione sia dipesa anche dal fatto che i fondi statali fossero stati assegnati ai singoli comuni sulla base di parametri prefissati.
Tutti i sindaci discussero in pubbliche assemblee come impiegarli! Da Udine fino alle più sperdute frazioni di montagna. In un paese alle porte di Udine il sindaco disse a un allevatore che la sovvenzione per ricostruire la sua stalla, a suo avviso, non era una priorità.
L’altro rispose: “Va bene, sindaco; da domani porto le vacche a dormire in municipio”. L’assemblea applaudì con risate generali e invitò il sindaco a correggere la ripartizione per aiutare l’allevatore. Il sindaco, intervistato dalla cronaca locale del quotidiano friulano, dichiarò sorridendo: “Sono stato sconfitto da 12 vacche”.
Altro che podestà! I sindaci furono i primi artefici della ricostruzione. Ma erano sindaci veri.