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martedì, Febbraio 11, 2025
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I Vescovi sul premierato e l’autonomia differenziata non fanno propaganda

Può la Presidente del Consiglio ignorare che in un paese democratico come il nostro, grazie in particolare al Concordato felicemente rivisto nel 1984, sacerdoti e religiosi sono cittadini al pari di noi tutti?

Tra  i dickat ultimi della Meloni spicca quello alla Cei e implicitamente al Vaticano per il dissenso espresso sull’autonomia differenziata, già in atto tra nord e sud,  nonché sul premierato elettivo, il cui difetto consiste principalmente nell’assenza di contrappesi adeguati nell’ordinamento complessivo dei poteri. 

Ebbene, messa a nudo la pretesa della Premier di far allineare chiunque ai suoi obbiettivi, sconcerta il modo con il quale prova a zittire la Chiesa cattolica omologandola a quella ortodossa, schiacciata dal tallone oppressivo di Putin. “Senti chi parla di democrazia!”, sembrerebbe lo slogan che meglio sintetizza la sua spregiudicata posizione .

Può la Presidente del Consiglio ignorare che in un paese democratico come il nostro, grazie in particolare al Concordato felicemente rivisto nel 1984, sacerdoti e religiosi sono cittadini al pari di noi tutti, con eguali diritti e finanche qualche dovere in più? É l’abc di qualunque “politica ecclesiastica” il fatto che si rispetti la libertà di giudizio dei Pastori della Chiesa. Garantito questo, si può anche dissentire, come avvenne emblematicamente nel 1952 allorché il “partito romano”, coinvolgendo Pio XII, brigò per allestire una lista civica per il Campidoglio, con tutti dentro (inclusi i neo-fascisti). Finì come sappiamo, la cosiddetta Operazione Sturzo fu disinnescata per la fermezza di De Gasperi, a riprova di quanto i cattolici democratici abbiano difeso la loro autonomia di cattolici impegnati in politica.

Ebbene, tornando ai rapporti Meloni-Cei, l’imperizia e l’arroganza hanno prodotto un effetto che l’inquilina di Palazzo Chigi avrebbe volentieri evitato. Non solo la risposta della Cei ha confermato le critiche, ma lo stesso Zuppi, in prima persona, ha lanciato un messaggio molto forte: la Chiesa si sente più libera e i Vescovi, su questa vicenda, sono uniti. Specialmente sull’autonomia differenziata è stato lanciato un segnale inequivocabile proprio con la nomina di Monsignor Francesco Savino, vescovo di Cassano allo Ionio, a Vice Presidente della Conferenza episcopale per l’Italia meridionale. 

La Meloni ha sbagliato tutto, forse perché sente mancare il terreno sotto i piedi. Nel Sud i sondaggi registrano un calo di consensi della maggioranza di governo e di Fratelli d’Italia e Lega nello specifico. È probabile che anche lo scontro con la Chiesa contribuisca a questo stato di difficoltà. Dalle urne può venire il duro monito di un elettorato che nel Sud avverte l’insidia della manovra condotta dai leghisti e accettata, nello scambio con il Premierato, dalla destra. Manca poco alla verifica.