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Il caso, la Commissione cultura della Camera approva il divieto di educazione sessuale alle scuole medie

Roma, 15 ott. (askanews) – La commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera ha approvato un emendamento presentato dalla deputata della Lega Giorgia Latini al ddl in materia di consenso informato in ambito scolastico che vieta “le attività didattiche e progettuali, nonché ogni altra eventuale attività aventi ad oggetto temi attinenti all’ambito della sessualità” alla scuola secondaria di primo grado oltre che alla primaria. “Un atto gravissimo” secondo i componenti del Pd della Commissione Mauro Berruto, Sara Ferrari, Giovanna Iacono, Irene Manzi, Matteo Orfini.

“Da decenni – osservano – meritoriamente moltissime scuole italiane offrono importantissimi progetti di educazione alla sessualità, ai giovani entro i 14 anni rispetto alle malattie sessualmente trasmissibili, alla prevenzione delle gravidanze precoci, al contrasto alla violenza sessuale. Se oggi si introduce il divieto di queste informazioni, spesso gestite dalle aziende sanitarie e senza sostituirle con altra offerta formativa, si compie un atto gravissimo nei confronti delle giovani generazioni e del loro diritto ad ottenere informazioni corrette dai professionisti della sanità pubblica anziché dai social e dalla realtà digitale. Ci auguriamo che la maggioranza sappia fare marcia indietro rispetto a questo danno, che si rischia di produrre nei confronti di giovani cittadini e cittadine, considerato anche che l’Italia è uno dei soli sette paesi europei nei quali l’educazione sessuale non è obbligatoria. Ora addirittura si va in direzione contraria e si vieta anche quel poco che le scuole fanno da anni su base volontaria con il servizio socio sanitario”.

Protesta anche Riccardo Magi (Più Europa): “Nella legge di bilancio 2024 fu approvato un mio emendamento anche con i voti della maggioranza che stanziava fondi per l’educazione sessuoaffettiva nelle scuole. Dopo poche settimane, per volontà del governo sotto scacco dei provita, in totale spregio al parlamento, quei fondi sono stati riorientati e destinati a una formazione degli insegnanti sulla fertilità maschile e femminile. Oggi, mentre piangiamo l’ennesimo drammatico femminicidio, con l’uccisione di Pamela Genini a Milano, la maggioranza ha di fatto abolito l’educazione sessuoaffettiva nelle scuole, approvando emendamenti sulla proposta del Ministro Valditara sul consenso informato che negano la possibilità di fare qualsiasi attività didattica e progettuale a scuola su questo tema, persino nelle scuole secondarie di primo grado. L’ennesima prova che maggioranza e governo non hanno alcuna intenzione di affrontare questo tema con serietà e con la prevenzione, che deve partire dalle scuole”.

“Ecco la risposta del governo alle violenze di genere e all’odio: censurare l’educazione sessuo-affettiva, anche nelle scuole secondarie di primo grado. Il voto di oggi in Commissione Istruzione alla Camera è gravissimo: si vuole impedire a ragazze e ragazzi di informarsi seriamente su malattie sessualmente trasmissibili, gravidanze precoci e salute affettiva. I percorsi di educazione alla sessualità sono invece fondamentali, anche per per prevenire la violenza di genere e per promuovere il rispetto delle differenze. E’ per questo che sono obbligatori in quasi tutti i Paesi europei. Ma mentre l’Europa va avanti, l’Italia torna nel Medioevo”. Così in una nota Alessandro Zan, responsabile Diritti nella segreteria nazionale del Pd ed europarlamentare.