L’esponente dell’Spd è nella bufera: da più parti gli viene chiesto di lasciare subito tutti gli incarichi nei colossi russi dell’energia Rosneft e Nord Stream.
Roberto Brunelleschi
I vertici dell’Spd hanno inviato una lettera aperta all’ex cancelliere Gerhard Schroeder per chiedergli di lasciare subito tutti gli incarichi nei colossi russi dell’energia Rosneft e Nord Stream. È stato uno dei due leader socialdemocratici tedeschi, Lars Klingbeil, a renderlo noto, aggiungendo che in merito vi è una “maggioranza schiacciante” nella presidenza del partito. “Non è conciliabile con la posizione della socialdemocrazia che Schroeder mantenga incarichi in aziende di Stato della Russia”, ha rincarato la dose il capo dell’Spd.
Il predecessore di Angela Merkel è da tempo al centro di furibonde polemiche in Germania, in quanto presidente di Rosneft, colosso russo operante nel settore petrolifero e del gas naturale, nonché capo del consiglio di sorveglianza delle pipeline Nord Stream 1 e 2, mentre nel frattempo è pure candidato in un incarico di vertice alla Gazprom. Le critiche sono aumentate quando aveva definito un “tintinnar di sciabole” la richiesta dell’Ucraina di forniture di armamenti da parte della Germania, ma soprattutto per il mancato ed esplicito distanziamento da Vladimir Putin dopo l’attacco della Russia all’Ucraina: molti ricordano in questi giorni come in diverse occasioni Schroeder si fosse definito “amico personale” del capo del Cremlino.
La settimana scorsa – pur chiedendo alla Russia di “mettere fine al conflitto” – l’ex cancelliere aveva scritto sulla sua pagina LinkedIn che sarebbe “un errore interrompere del tutto i legami dell’Europa con Mosca”, in nome di un “un dialogo su pace e sicurezza nel nostro continente”, mentre ci sarebbero stati “molti errori, da ambo le parti”. La polemica non si è placata, anzi: due giorni fa ha fatto il giro del mondo la notizia delle dimissioni in massa di tutti i collaboratori dell’ex cancelliere nel suo ufficio al Bundestag, proprio per le sue prese di posizione dopo l’invasione dell’Ucraina e per le (finora) mancate dimissioni dai board di Rosneft e Nord Stream.
Un crescendo, insomma. Con l’effeto che nell’Spd (partito a cui appartengono sia Olaf Scholz che Schroeder) ci sia molta tensione (nonché imbarazzo) per le posizioni pro-russe dell’ex cancelliere, che in passato ha avuto modo di definire Putin “un democratico purissimo”. L’ex cancelliere “è completamente isolato” nel partito, ribadisce oggi Klingbeil, ai vertici dell’Spd “non c’è nessuno” che giustifichi neanche “alla lontana” l’atteggiamento dell’ex cancelliere. Mercoledì anche l’altra co-leader dei socialdemocratici, Saskia Esken, aveva chiesto a Schroeder di abbandonare le posizioni ai vertici di Rosneft e Nord Stream (il secondo gasdotto russo-tedesco è stato ‘congelato’ pochi giorni fa dal governo tedesco), ma finora la risposta dell’ex cancelliere si è fatta attendere. Peraltro, è lo stesso Klingbeil a ricordare che diverse realtà dell’Spd hanno avviato procedure disciplinari contro Schroeder, una di queste è arrivata alla commissione arbitrale di Hannover: si tratta di procedure interne che possono comportare varie sanzioni, compresa l’espulsione.
Nel frattempo si stanno facendo più rumorose le voci di chi chiede se sia opportuno che l’ufficio al Bundestag dell’ex cancelliere venga ancora pagato con i soldi dei contribuenti: nell’anno scorso il costo è stato di oltre 400 mila euro, come emerge da un’interrogazione presentata dalla Linke. Ma forse la tegola più dolorosa finita sulla testa dell’uomo che governò la Germania fino al 2005 è arrivata dal Borussia Dortmund, la sua squadra del cuore: la società ha revocato la sua tessera di membro onorario. Con effetto immediato.