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Il Conclave, i riti e i segreti dei cardinali custoditi nella Capella Sistina

Città del Vaticano, 6 mag. (askanews) – Domani la Cappella Sistina tornerà ad ospitare il Conclave, un rito antico e solenne che da secoli accompagna la “nascita” dei nuovi Papi. Un evento di portata mondiale che sarà accompagnato anche da misure di massima segretezza nei luoghi in cui si svolgerà. Un fatto questo per nulla nuovo come lo stesso nome indica: dal latino “cum clave”, cioè “chiuso con la chiave” o “sottochiave”.

Per quanto riguarda la Cappella Sistina questa, ha spiegato la direttrice dei Musei Vaticani, Barbara Iatta sarà arredata con sedie di ciliegio, contrassegnate dal nome e cognome di ciascun Cardinale Elettore, e tavoli di legno grezzo, coperti da un panno beige e satin bordeaux, disposti su due file di diverso livello. Davanti all’altare, sotto il Giudizio Universale affrescato da Michelangelo, un tavolo per l’urna di legno grezzo dove saranno raccolte le schede con i voti, e un leggio con il Vangelo sul quale i porporati presteranno giuramento”.

I 133 Cardinali chiamati ad eleggere il 267° successore di Pietro non cammineranno sul pavimento cosmatesco della Cappella Sistina, ma su una struttura piana in legno coperta da un panno beige, alta 50-60 centimetri da terra ed in linea con il secondo gradino dell’altare. “Per ogni porporato – ha poi aggiunto la Iatta – sono previsti anche un sacchetto in velluto per ritirare le schede e i segnaposti con il loro nome, insieme ad una penna, una cartellina rossa d’appoggio e una scheda per lo scrutinio”.

Come detto, per tutti è fatto divieto assoluto di utilizzare qualsiasi dispositivo elettronico o mettersi in contatto con l’esterno e gli stessi cardinali saranno obbligati a lasciare fuori dalla cappella telefonini e qualsivoglia sistema elettronico mentre il Governatorato vaticano ha già annunciato che, con lo scattare del Conclave nell’area della Città del Vaticano tutti i ripetitori per le comunicazioni saranno schermati.

I riti del Conclave per l’elezione del successore di Francesco saranno aperti nella Basilica di San Pietro dalla messa solenne “Pro eligendo Pontifice”, al termine della quale tutti i Cardinali Elettori si recheranno in Cappella Sistina per l’inizio del vero e proprio Conclave. Sarà solo al termine del giuramento – e con la frase conclusiva “extra omnes” (“fuori tutti”) pronunciata dal Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie, mons. Diego Ravelli – che prenderà il via ufficialmente il Conclave, e quindi l’inizio delle operazioni di voto.

Nel primo giorno si terrà una sola votazione, mentre nei giorni successivi saranno quattro in totale, due la mattina e due il pomeriggio. Una volta scritto il nome sulla scheda sotto la frase “Eligo in Summum Pontificem”, ogni singolo Cardinale Elettore si avvierà verso l’altare con la scheda piegata e ben visibile, la adagerà su un piatto d’argento poggiato su un’urna e poi la lascerà scivolare all’interno.

L’ormai celebre fumata che annuncerà al mondo l’elezione del nuovo Romano Pontefice sarà prodotta da una stufa che, dal 1939, è parte integrante dell’arredo della Cappella Sistina. La stufa, in realtà due strutture simili collegate, dalla cui canna fumaria uscirà la “fumata”, renderà noto a tutti i risultati delle votazioni, resi visibili dal colore delle fumate stesse che usciranno dal comignolo installato sulla copertura della Cappella: fumata nera nei casi di non raggiunta maggioranza, fumata bianca per la elezione del nuovo Sommo Pontefice. La stufa, in ghisa, di forma cilindrica rastremata, ha un’altezza pari a 1 metro circa ed è di diametro medio pari a 0.45
metri, dotata di uno sportello inferiore per l’accensione dell’innesco, con valvola manuale di regolazione del tiraggio e di uno sportello superiore per l’introduzione dei documenti da
bruciare. Le fumate nere saranno ottenute con la bruciatura delle schede; la fumata bianca con la bruciatura delle schede e di paglia umida. Il tutto “aiutato” con l’introduzione nel luoghi di bruciatura di alcuni agenti chimici che renderanno i colori più marcati per una visione più chiara.

Nel conclave del 2005 venne anche utilizzata per la prima volta un’apparecchiatura ausiliaria a fumogeni per incrementare la visibilità delle fumate. Per migliorare il tiraggio, la canna
è preriscaldata mediante resistenze elettriche ed è dotata di un ventilatore da avviare in caso di necessità.