L’Aia, 25 giu. (askanews) – “Restiamo uniti e risoluti nella nostra determinazione a proteggere il nostro miliardo di cittadini, difendere l’Alleanza e salvaguardare la nostra libertà e democrazia”. Così si legge nella dichiarazione del vertice della NATO all’Aia, dal quale testo si deduce un patto implicito tra Donald Trump e tutti gli altri leader dell’Alleanza. Il paragrafo 1 del documento di una pagina contiene un “impegno ferreo alla difesa collettiva come sancito dall’articolo V del Trattato di Washington”. E inizia così: “Noi, Capi di Stato e di Governo dell’Alleanza Atlantica, ci siamo riuniti all’Aia per riaffermare il nostro impegno nei confronti della NATO, l’Alleanza più forte della storia, e del legame transatlantico. Riaffermiamo il nostro ferreo impegno per la difesa collettiva, come sancito dall’Articolo 5 del Trattato di Washington: un attacco a uno, è un attacco a tutti”.
Il documento per la prima volta non condanna l’attacco all’Ucraina da parte russa, anche se descrive Mosca come una “minaccia a lungo termine”.
“Uniti di fronte alle profonde minacce e sfide per la sicurezza, in particolare alla minaccia a lungo termine rappresentata dalla Russia per la sicurezza euro-atlantica e alla persistente minaccia del terrorismo, – prosegue il documento – gli Alleati si impegnano a investire il 5% del Pil all’anno in requisiti di difesa fondamentali, nonché in spese relative alla difesa e alla sicurezza, entro il 2035, per garantire i nostri obblighi individuali e collettivi, in conformità con l’articolo 3 del Trattato di Washington. I nostri investimenti garantiranno la disponibilità di forze, capacità, risorse, infrastrutture, prontezza operativa e resilienza necessarie per la deterrenza e la difesa, in linea con i nostri tre compiti fondamentali: deterrenza e difesa, prevenzione e gestione delle crisi e sicurezza cooperativa”.
Tutti i membri della Nato hanno quindi sottoscritto la dichiarazione che sancisce il considerevole aumento della spesa al 5% del Pil, benché la Spagna abbia dichiarato di non aver bisogno di raggiungerlo e di poter rispettare i propri impegni spendendo molto meno.
La più grande guerra in Europa dal 1945 viene menzionata a posteriori alla fine del paragrafo 3, dove gli alleati “riaffermano il loro impegno sovrano e duraturo a fornire supporto all’Ucraina”. Non ci sarebbe alcun riferimento al motivo per cui tale supporto sia necessario.
La dichiarazione chiarisce invece che i “contributi diretti” degli alleati “alla difesa dell’Ucraina” saranno conteggiati ai fini dell’obiettivo di spesa militare della NATO del 5% del Pil. In questo modo, si consente di utilizzare i fondi che già erogano i singoli Paesi a Kiev per i dati principali dei rispettivi bilanci della difesa.
“Gli Alleati concordano che questo impegno del 5% comprenderà due categorie essenziali di investimenti per la difesa. Gli Alleati stanzieranno almeno il 3,5% del PIL all’anno, sulla base della definizione concordata di spesa per la difesa della NATO entro il 2035, al fabbisogno di risorse fondamentali per la difesa e al raggiungimento degli Obiettivi di Capacità della NATO. Gli Alleati concordano di presentare piani annuali che indichino un percorso credibile e progressivo per raggiungere questo obiettivo. E gli Alleati contribuiranno fino all’1,5% del PIL all’anno per, tra l’altro , proteggere le nostre infrastrutture critiche, difendere le nostre reti, garantire la nostra preparazione e resilienza civile, liberare l’innovazione e rafforzare la nostra base industriale di difesa. La traiettoria e l’equilibrio della spesa nell’ambito di questo piano saranno rivisti nel 2029, alla luce del contesto strategico e degli Obiettivi di Capacità aggiornati. Gli Alleati riaffermano il loro impegno sovrano duraturo a fornire supporto all’Ucraina, la cui sicurezza contribuisce alla nostra, e, a tal fine, includeranno i contributi diretti alla difesa dell’Ucraina e alla sua industria della difesa nel calcolo della spesa per la difesa degli Alleati” si legge.
La dichiarazione poi conclude così: “Riaffermiamo il nostro impegno comune a espandere rapidamente la cooperazione transatlantica nel settore della difesa e a sfruttare le tecnologie emergenti e lo spirito di innovazione per promuovere la nostra sicurezza collettiva. Ci impegneremo per eliminare le barriere commerciali in materia di difesa tra gli Alleati e faremo leva sulle nostre partnership per promuovere la cooperazione nel settore della difesa. Esprimiamo il nostro apprezzamento per la generosa ospitalità che ci ha riservato il Regno dei Paesi Bassi. Attendiamo con ansia il nostro prossimo incontro in Turchia nel 2026, seguito da un incontro in Albania”, si chiosa.