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martedì, Febbraio 11, 2025
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Il futuro tradito del continente giovane: l’Africa tra conflitti e sfruttamento.

Crescita demografica, ricchezze minerarie e miseria diffusa: l’Africa resta ostaggio di potenze straniere, corruzione interna e guerre dimenticate, mentre l’Occidente ignora le implicazioni geopolitiche di quanto accade in questo continente.

Non bastava il Sudan. Adesso anche in Congo tornano a tambureggiare orrendi rumori di guerra. Che però rischiano di non essere ascoltati da nessuno o quasi, in Occidente. Anche qui in Italia, dove pure il nome della città di Goma dovrebbe ricordarci l’ambasciatore Luca Attanasio e il carabiniere Vittorio Iacovacci, uccisi nel 2021 durante un attacco ad un convoglio dell’Onu. Indifferenza attuale succeduta ad un eccesso di interesse nel passato. Indifferenza e disinteresse che però sono un grande errore anche politico, in proiezione futura.

L’Africa è il continente dei giovani, la cui popolazione – già oggi di 1,4 miliardi di abitanti – è destinata ad incrementarsi in misura consistente nei prossimi decenni a fronte del trend opposto a quello di tutte le altre parti del globo. Un continente ricchissimo di risorse minerali eppur immerso nella povertà e spesso nella miseria. Retaggio del colonialismo europeo ma ora frutto del neocolonialismo cinese e russo e soprattutto dell’operato di gruppi dirigenti locali in perenne conflitto tra loro il cui scopo prevalente, se non unico, è la spoliazione sistematica a proprio profitto delle ricchezze delle loro nazioni. Dilapidando inoltre risorse ingenti in armamenti, royalties provenienti dallo sfruttamento delle risorse minerarie che meriterebbero miglior causa in territori dove spesso la vita è solo lotta per la sopravvivenza.

La retorica anti-occidentalista rimane ciò nondimeno il carburante che alimenta la propaganda dei regimi dittatoriali che infestano il continente. Lo si è visto in questi ultimi anni nella fascia sub-sahariana francofona (Mali, Burkina Faso, Niger, Ciad e ora anche Senegal) dove i militari transalpini che dovevano combattere le milizie jihadiste attive in quei paesi sono stati ritirati da Parigi dopo i golpe che si sono succeduti in rapida sequenza. Senza voler dimenticare, naturalmente, le colpe del colonialismo storico tocca però oggi registrare che in loro vece si sono insediati i militari russi, a conferma dell’investimento che Mosca sta attuando nel continente. Investimenti importanti cha da anni sta mettendo in campo anche la Cina. Nell’assenza o quasi degli europei. E nella distrazione degli americani.

I primi avviano piani che svaniscono spesso nel tempo, i secondi paiono sempre meno interessati. È pur vero che questi ultimi hanno avviato un progetto di collegamento ferroviario lungo oltre 1200 km fra il Congo, lo Zambia e l’Angola per portare minerali rari dal centro dell’Africa ai porti atlantici prospicenti l’America. Ma Joe Biden in quattro anni ha effettuato un solo viaggio in Africa, e per di più negli ultimi giorni della sua presidenza: quasi una provocazione. E Donald Trump non dà proprio l’idea d’essere minimamente interessato al continente da cui provengono i progenitori di tanti suoi connazionali. Eppure dovrebbe occuparsene, anche solo dal suo punto di vista preferito, quello degli affari, se ad esempio – per restare al Congo oggi all’attenzione delle cronache – le aziende USA ivi presenti lo hanno abbandonato già nel 2020 lasciando campo libero al competitor cinese, detentore della più parte delle miniere congolesi nelle quali, per dire, ci sono i tre quarti delle riserve mondiali di cobalto (minerale che alimenta la produzione di batterie per le auto elettriche). Miniere, ancora, da cui uomini, donne e persino bambini estraggono rame, uranio, colten (indispensabile per produrre batterie e devices tecnologici) e anche oro.

Quei bambini e i loro genitori lavorano in condizioni inumane per molte ore al giorno, ogni giorno, ricevendo in cambio paghe miserevoli. Una comunità dimenticata e lasciata morire nella miseria. Sulla cui pelle proliferano interessi commerciali di grandi potenze, cupidigia di corrotte élites politiche locali, sentimenti guerreschi di militari senza scrupoli.

Così il continente giovane, il continente del futuro non riesce a sollevarsi dal retaggio di un passato di miseria e di sopraffazione subìta, esercitata da forze esterne ma anche, e forse pure di più, interne. Traditrici delle proprie genti, della propria terra. Mama Africa.