Mai come oggi l’elezione del Capo dello Stato ha avuto così tante implicazioni internazionali. A Washington come nelle cancellerie europee si fa il tifo per un secondo mandato di Sergio Mattarella, messo in dubbio dai giochi dei due “Mattei”. Di seguito il commento di Joseph La Palombara, professore emerito di Scienza politica a Yale. Anche “Il Domani d’Italia”, come è noto ai suoi elettori, condivide l’idea della rielezione di Mattarella.
Nonostante la dichiarata opposizione di Sergio Mattarella a un bis, sarebbe comunque necessario convincerlo ad accettare. Il suo Paese, la comunità atlantica, l’Unione europea ne hanno bisogno. Raramente infatti la campagna per la presidenza della Repubblica italiana ha avuto così tante implicazioni.
Il presidente sa certamente cosa è ovvio agli occhi di Washington, dell’Ue e di tanti altri Paesi che osservano da vicino l’Italia. E cioè che, forse più che mai in passato, i prossimi sette anni del Quirinale avranno conseguenze internazionali. Sotto questa luce è visto oggi all’estero l’attuale Capo dello Stato.
Per quali ragioni? La prima: nonostante Mario Draghi sia la persona più ovvia da spedire al Quirinale, la sua provvidenziale leadership politica, necessaria tanto in Europa quanto in Italia, può essere espressa in modo molto più dinamico dal suo ufficio di presidente del Consiglio a Palazzo Chigi. L’Ue, prima ancora che l’Italia, richiede che Draghi rimanga esattamente dove è ora. È fin troppo banale da ricordare.
Due, non meno importante: l’Italia deve evitare a tutti i costi la leadership politica dei due Mattei, Renzi e Salvini. Matteo Renzi è già stato presidente del Consiglio. È visto da tutti come un politico che è molto più bravo a parlare in tutte le lingue di “rivoluzione” che a farne una, in Italia o all’estero. In poche parole, quella di Renzi oggi si deve considerare un’esperienza politica fallimentare. Questa è di certo l’opinione che ne hanno fuori dall’Italia. E l’Italia farebbe bene a prenderne atto.
Da una prospettiva politica, la leadership di Matteo Salvini può rivelarsi anche peggiore. Nonostante la sua recente svolta retorica, che sembra indicare una riconciliazione, il suo euro-scetticismo è ormai agli atti. E oggi che il Regno Unito non ne fa più parte, l’Ue ha bisogno più che mai dell’Italia e della sua leadership.
Né sfugge a qualcuno che il recente tentativo di Salvini di mettere insieme i partiti politici italiani, di qualunque dimensione, non è altro che uno stratagemma. Salvini è il fiero leader della destra italiana. E a dispetto del suo apparente, aperto sostegno a Silvio Berlusconi, rimane lui il vero aspirante alla leadership del Paese: gli italiani lo sanno.
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