Città del Vaticano, 9 ott. (askanews) – Il mondo odierno si presenta sempre più ingiusto strutturalmente, con sistemi economico-sociali che allargano le povertà creando vere e proprie elite di super ricchi che dominano l’orizzonte internazionale. A denunciarlo è Papa Leone nella sua esortazione apostolica “Dilexi te”, “sull’amore verso i poveri”, resa nota oggi.
Nella “Dilexi te”, il pontefice afferma che “si può dire che l’impegno a favore dei poveri e per rimuovere le cause sociali e strutturali della povertà, pur essendo diventato importante negli ultimi decenni, rimane sempre insufficiente; anche perché le società in cui viviamo spesso privilegiano criteri di orientamento dell’esistenza e della politica segnati da numerose disuguaglianze e, perciò, a vecchie povertà di cui abbiamo preso coscienza e che si tenta di contrastare, – ricorda – se ne aggiungono di nuove, talvolta più sottili e pericolose”.
In questo senso il pontefice spiega che è, quindi, “da salutare con favore il fatto che le Nazioni Unite abbiano posto la sconfitta della povertà come uno degli obiettivi del Millennio”. Ma, mette in guardia Papa Prevost, “all’impegno concreto per i poveri occorre anche associare una trasformazione di mentalità che possa incidere a livello culturale”. Infatti, argomenta nel documento, “l’illusione di una felicità che deriva da una vita agiata spinge molte persone verso una visione dell’esistenza imperniata sull’accumulo della ricchezza e sul successo sociale a tutti i costi, da conseguire anche a scapito degli altri e profittando di ideali sociali e sistemi politico-economici ingiusti, che favoriscono i più forti”.
“Così, in un mondo dove sempre più numerosi sono i poveri, paradossalmente – mette in rilievo il Papa – vediamo anche crescere alcune élite di ricchi, che vivono nella bolla di condizioni molto confortevoli e lussuose, quasi in un altro mondo rispetto alla gente comune. Ciò significa che ancora persiste – a volte ben mascherata – una cultura che scarta gli altri senza neanche accorgersene e tollera con indifferenza che milioni di persone muoiano di fame o sopravvivano in condizioni indegne dell’essere umano”.
Il pontefice nel suo documento ha voluto anche citare un caso di cronaca. “Qualche anno fa, la foto di un bambino riverso senza vita su una spiaggia del Mediterraneo – ha scritto infatti – provocò grande sconcerto; purtroppo, a parte una qualche momentanea emozione, fatti simili stanno diventando sempre più irrilevanti come notizie marginali”.