Città del Vaticano, 10 lug. (askanews) – “L’umanità si trova a un bivio di fronte all’immenso potenziale generato dalla rivoluzione digitale guidata dall’intelligenza artificiale”. A sostenerlo è Papa Leone in un messaggio inviato oggi, a firma del Cardinale Segretario di Stato, Pietro Parolin, ai partecipanti all’ “AI for Good Summit 2025” che si sta tenendo a Ginevra.
Il Pontefice nel suo messaggio aggiunge che “l’impatto di questa rivoluzione è di vasta portata e sta trasformando settori come l’istruzione, il lavoro, l’arte, la sanità, la governance, l’esercito e la comunicazione”. Una trasformazione, definita “epocale” che, aggiunge Leone, “richiede responsabilità e discernimento per garantire che l’IA sia sviluppata e utilizzata per il bene comune, costruendo ponti di dialogo e promuovendo la fraternità, e assicurando che sia al servizio degli interessi dell’umanità nel suo insieme”.
“Poiché l’IA diventa capace di adattarsi autonomamente a molte situazioni, effettuando scelte algoritmiche puramente tecniche, – ha tenuto a sotttolineare Papa Prevost – è fondamentale considerare le sue implicazioni antropologiche ed etiche, i valori in gioco e i doveri e i quadri normativi necessari per sostenere tali valori. Infatti, mentre l’IA può simulare aspetti del ragionamento umano e svolgere compiti specifici con incredibile velocità ed efficienza, non può replicare il discernimento morale o la capacità di formare relazioni autentiche”.
Pertanto, lo sviluppo di questi progressi tecnologici “deve andare di pari passo con il rispetto dei valori umani e sociali, la capacità di giudicare con coscienza pulita e la crescita della responsabilità umana”, scrive Leone nel suo messaggio.
“Sebbene la responsabilità dell’uso etico dei sistemi di IA ricada innanzitutto su coloro che li sviluppano, gestiscono e supervisionano, anche chi li utilizza condivide tale responsabilità”. Da qui la richiesta che l’IA venga sempre gestita con un’ “etica adeguata e quadri normativi incentrati sulla persona umana, che – conclude il pontefice – vanno oltre i semplici criteri di utilità o efficienza. In definitiva, non dobbiamo mai perdere di vista l’ obiettivo comune di contribuire a quella ‘tranquillitas ordinis’ (“tranquillità dell’ordine”), come la definiva Sant’ Agostino e promuovere un ordine più umano delle relazioni sociali e società pacifiche e giuste al servizio dello sviluppo umano integrale e del bene della famiglia umana”.
“A nome di Papa Leone XIV, vorrei cogliere l’occasione per incoraggiarvi – si legge ancora ne messaggio ai convegnisti di Ginevra a firma del card. Parolin – a ricercare la chiarezza etica e a stabilire una governance coordinata a livello locale e globale dell’IA, basata sul riconoscimento condiviso della dignità intrinseca e delle libertà fondamentali della persona umana”.