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Il Papa: tacciano ovunque le armi e si ascolti il grido dei popoli per la pace

Roma, 9 feb. (askanews) – “Fratelli e sorelle preghiamo per la pace nella martoriata Ucraina, Palestina Israele, Myanmar, tutto il Medio Oriente, Sudan. Tacciano ovunque le armi e si ascolti il grido dei popoli che chiedono pace”. Papa Francesco ha lanciato un nuovo appello per la pace concludendo la messa per il Giubileo delle Forze Armate, di Polizia e di Sicurezza a San Pietro. Nel corso dell’omelia Papa Francesco ha chiesto ai militari “per favore di vigilare: vigilare contro la tentazione di coltivare uno spirito di guerra; vigilare per non essere sedotti dal mito della forza e dal rumore delle armi; vigilare per non essere mai contaminati dal veleno della propaganda dell’odio, che divide il mondo in amici da difendere e nemici da combattere”. “Siate invece testimoni coraggiosi dell’amore di Dio Padre, che ci vuole fratelli tutti – ha aggiunto -. E, insieme, camminiamo per costruire una nuova era di pace, di giustizia e di fraternità”. “Il giuramento che avete fatto – ha detto il Papa – , sono tutte cose che vi ricordano quanto sia importante non soltanto vedere il male per denunciarlo, ma anche salire sulla barca in tempesta e impegnarsi perché non faccia naufragio, con una missione al servizio del bene, della libertà, e della giustizia. E infine sedervi, perché il vostro essere presenti nelle nostre città e nei nostri quartieri, il vostro stare sempre dalla parte della legalità e dalla parte dei più deboli, diventa per tutti noi un insegnamento: ci insegna che il bene può vincere nonostante tutto, ci insegna che la giustizia, la lealtà e la passione civile sono ancora oggi valori necessari, ci insegna che possiamo creare un mondo più umano, più giusto e più fraterno, nonostante le forze contrarie del male”. “Questo servizio armato -a ha proseguito il Pontefice – va esercitato solo per legittima difesa, mai per imporre il dominio sulle altre nazioni, sempre conservando le convenzioni internazionali in materia di conflitti e prima ancora nel sacro rispetto della vita del Creato”.