Perché il Parlamento non ha spinto il Governo a completare il patto del Quirinale, per il quale si era speso il Presidente Mattarella, e che avrebbe fatto il paio con quello dell’Eliseo con la Germania? La politica estera rende credibile anche “aiutiamoli a casa loro“, perché è dovere del Parlamento controllare la cooperazione internazionale allo sviluppo del nostro Paese.

È piuttosto provinciale accusare di neocolonialismo la Francia che ha mantenuto rapporti produttivi con le sue ex colonie, coltivando anche la francofonia. Quello che noi non abbiamo fatto; in Somalia, Eritrea e Etiopia non si conosce più la lingua italiana. Intanto la Cina colonizza – sul serio – l’Africa; altra potenza che compete (confligge?) con l’Europa. Avrebbe molto da discutere e da fare il Parlamento per “prima gli Italiani con l’Europa”.

Indispensabile il collegamento col Parlamento europeo perché la gran parte delle norme di recepimento riguardano la politica nazionale, “perché l’Europa deve essere anche l’Europa della indipendenza: non un’indipendenza aggressiva e conflittuale, ma un’indipendenza essenziale a determinare le condizioni del suo sviluppo in maniera autonoma”.