10.2 C
Roma
mercoledì, Febbraio 12, 2025
Home GiornaleIl pasticcio albanese

Il pasticcio albanese

In questa nota l’autore analizza criticamente un'operazione propagandistica - qui definita come un vero pasticcio - costosa e inefficace, evidenziando sprechi pubblici, tensioni istituzionali e un preoccupante declino dell’umanità nelle politiche migratorie.

Quello che sta accadendo tra le coste italiane e le coste albanesi è una vicenda su cui si potrebbe anche ridere o fare della facile e scontata ironia, se non si trattasse di qualcosa che coinvolge delle persone in carne ed ossa, ognuno con la propria vita e la propria storia di dolore e di sofferenza alle spalle.

Sostanzialmente si stanno traghettando da una costa all’altra delle persone (più o meno una decina alla volta) con dei costosi viaggi (circa 280.000 euro a viaggio) solo per giustificare una scelta propagandistica, sbagliata fin dal primo momento e che ha un costo totale che si aggira intorno al miliardo di euro. Ad oggi quegli assurdi viaggi con i quali si trasferiscono in Albania delle persone (ben sapendo che dovranno tornare in Italia dopo pochissimi giorni) servono quasi esclusivamente a creare un alibi a chi sarà chiamato a giustificare un tale sperpero di denaro pubblico; uno sperpero che grida vendetta, pensando ai tagli di spesa già previsti dalla prossima legge di bilancio per tutti i servizi pubblici essenziali. 

Il pasticcio combinato in Albania è ulteriormente aggravato dallo scontro tra la magistratura che applica la normativa italiana ed europea ed un governo che non sa leggere (o non vuole leggere!) quella stessa normativa e la relativa giurisprudenza. Come pure è un’aggravante l’incomprensibile interferenza di Elon Musk che, dall’alto del suo strapotere economico e galvanizzato dalla vittoria di Trump, fa delle “esternazioni” irricevibili sulle istituzioni italiane.

Spira sempre più forte un vento che sta disumanizzando la società, generando una preoccupante insensibilità rispetto al trattamento che viene riservato alle persone, ivi compresi minori e donne. Se su quelle navi dirette in Albania – anziché persone – fossero stati imbarcati dei cani, molto probabilmente avremmo assistito a scene di protesta e indignazione sulle banchine del porto (animalisti, ambientalisti, ecc.). E invece niente, perché – ahimè – sono solo persone!