23.4 C
Roma
mercoledì, 8 Ottobre, 2025
HomeAskanewsIl pasticcio di San Francesco e Mattarella avverte: le leggi siano chiare

Il pasticcio di San Francesco e Mattarella avverte: le leggi siano chiare

Roma, 8 ott. (askanews) – Cos’è il 4 ottobre in Italia? E’ la festa nazionale di San Francesco o la solennità civile di Santa Caterina da Siena? Al momento è l’uno e l’altro e il pasticcio ingenerato dalla legge approvata dalle Camere, che istituisce il 4 ottobre come festa nazionale, ha fatto scattare i rilievi del Quirinale. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha promulgato stamani la legge, perché comunque, ha precisato, i rilievi messi in evidenza “non riguardano profili di natura costituzionale”, ma ha scritto una lunga lettera ai presidenti di Senato e Camera Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana per dire che, al di là del caso San Francesco che va comuque chiarito, le leggi devono essere chiare e non generare equivoci.

Allo stato attuale la confusione in materia di santi e festività è grande perché, osserva Mattarella, “con due diverse disposizioni normative si prevede che, con riferimento ai due santi, vengano celebrati sostanzialmente i medesimi valori, nello stesso giorno, ma con un diverso regime”. Il 4 ottobre non può essere due cose insieme perché gli effetti di festa nazionale e di solennità civile sono diversi. Tanto per fare un esempio, scrive Mattarella, il fatto che sia solennità civile prevede una serie di attività nelle scuole per promuovere i “valori universali” di cui entrambi i santi in questione sono simbolo. Ma quali attività se quel giorno a causa della festa nazionale le scuole saranno chiuse? Insomma la legge va corretta – “la normativa che disciplina le due ricorrenze richiede interventi correttivi volti a coordinare tra di loro i due testi normativi” – e come è noto spetta al Parlamento farlo (“invito il Parlamento ad apportare al provvedimento i correttivi necessari”).

Il discorso, però, è più largo e Mattarella ci tiene a ribadirlo nel segno di quella leale collaborazione, che già si è vista tra gli uffici legislativi del Colle e quelli di Palazzo Chigi su alcuni particolari provvedimenti, come ad esempio il decreto flussi. L’altro messaggio che si evince dalla vicenda è che il Colle vigila, legge da capo a fondo ogni legge che viene sottoposta alla firma del presidente, passando ai raggi x eventuali incongruità o criticità. “Non posso non sottolineare l’esigenza che i testi legislativi presentino contenuti chiari e inequivoci”, chiude Mattarella. Parole precise che in tempi di legge di Bilancio suonano in un certo modo.