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mercoledì, 3 Dicembre, 2025
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Il potere che opprime (sempre), Fabio Mauri in Triennale Milano

Milano, 3 dic. (askanews) – Le immagini di Goebbles alla Biennale di Venezia, i numeri malefici che generano gli errori della storia, gli oggetti che si fanno carico del dolore e della memoria. La Triennale Milano ospita una retrospettiva su Fabio Mauri, artista che ha saputo guardare in faccia il Novecento con lucidit e profondit. In particolare la mostra, presentata dall’Associazione Genesi, si concentra sul tema dell’oppressione.

“Il focus del pensiero dell’artista – ha detto ad askanews la curatrice della mostra, Ilaria Bernardi – quello di rivelare e metterci in guardia sui vari tipi di oppressione, appunto, cio di come il potere, la sua struttura ideologica, politica e sociale pu imprimere volontariamente, involontariamente, in maniera chiara o maniera suddola, sulle menti delle masse. In mostra questo sviluppato attraverso una serie di dieci grandi installazioni, dagli anni Settanta fino agli anni 2000, che contestualizzano l’oppressione in differenti contesti geografici e temporali”.

Non solo un ragionamento sul periodo del nazifascismo, ma un pi ampio e drammatico discorso sull’ideologia e sul modo in cui il potere entra nelle nostre vite e spesso le devasta. Di questo parla il lavoro di Mauri, capace di fornire una cornice interpretativa anche al presente iper-digitalizzato. “Non solo ha anticipato la potenza del quarto potere della comunicazione, che oggi si declina nello schermo, nel filtro dello screen – ha aggiunto la curatrice – ma ha anticipato anche tutta la tematica dell’oppressione legata alla manipolazione dell’informazione, quindi alla manipolazione della cultura”.

Fondamentali anche gli oggetti: schedari, valige, candelabri. Tutto concorre a creare la sensazione di una storia che, come diceva De Gregori, brucia le stanze e ci svela la natura profonda della violenza. Una lezione che per il presidente della Triennale Stefano Boeri oggi estremamente viva: “Ci rendiamo conto – ci ha spiegato l’architetto – di essere in fronte a un artista che intercetta un tempo della vita, un tempo del mondo che contemporaneo a noi oggi che guardiamo i suoi lavori. E’ questo suo sguardo cos acuto e profondo sulle tragedie della geopolitica e anche sul modo con cui queste si incrociano con la vita personale e individuale, con la sfida emotiva. un messaggio fortissimo oggi per i giovani e siamo felici che Triennale possa ospitare questa retrospettiva straordinaria”.

La mostra “Fabio Mauri – De Oppressione” aperta al pubblico fino al 15 febbraio 2026.