La scena politica continua a rivelare dinamiche che suscitano curiosità e sorpresa. Marina Berlusconi, figlia del fondatore di Forza Italia, ha espresso ieri il pieno sostegno al governo Meloni, dando con ciò l’idea di un allineamento a destra dopo mesi di sotterranee tensioni nel quadro di maggioranza. Tuttavia, come spesso accade nella politica italiana, le apparenze vanno interpretate con attenzione.
Vediamo i fatti. A margine dell’inaugurazione del nuovo Store Mondadori presso la Galleria Alberto Sordi, a due passi da Palazzo Chigi, Marina Berlusconi ha sciorinato vari pensieri, in primis quello riguardante la stabilità dell’Esecutivo, bene prezioso per il Paese. “Il mio giudizio sul governo è assolutamente positivo, sia come cittadina sia come imprenditrice,” ha voluto aggiungere riferendosi soprattutto alla gestione responsabile dei conti pubblici e alla condotta accorta in politica estera. Parole di conforto, indubbiamente, che giungono in un contesto alquanto complicato per la Premier (v. “caso Spano”).
La vera novità, però, non risiede tanto o solo nell’iconico endorsement che sa di antichi proclami dal predellino. Quello che emerge, in modo più sottile, è la posizione che Marina Berlusconi sta assumendo all’interno di Forza Italia. Fuori dall’agone politico, ella gioca comunque una partita politica. Ieri era presente tutto il gotha di Forza Italia, quasi a coronamento di un’investitura, sebbene non ufficiale. Evidentemente l’immagine che si vuole proporre è quella di un volto rassicurante per gli elettori forzisti, perlopiù orfani del carisma di Silvio. Circondata dal gruppo dirigente di Forza Italia, Marina ha dunque indossato i panni della garante suprema del berlusconismo.
In ogni caso, non ci sono stati segnali di cambiamento sul tema dei diritti civili. Le posizioni restano aderenti alla tradizione liberale di Forza Italia, segnando una linea di netta distinzione rispetto alle “intemperanze” della Lega.
Alla fine, il vero nodo della questione sta sempre nella fatica con la quale si cerca d’inquadrare il futuro di Forza Italia. Nel medio termine resta in piedi l’aspettativa di un riequilibrio strutturale all’interno della maggioranza, immaginando di riguadagnare consensi in vista di un nuovo asse FdI-Forza Italia. Nessuno ha interesse – nemmeno a sinistra – a forzare i tempi del chiarimento, ben sapendo che spingere sull’acceleratore porterebbe dritti alle elezioni anticipate. Riuscirà, tuttavia, questa manovra di aggiustamento o finirà per imporsi il redde rationem tra le diverse anime della coalizione? Il dilemma è questo e non lo scioglie, a onor del vero, l’attivismo scenografico della figlia più famosa d’Italia.