Il procuratore generale William Barr ha inferto il colpo più temibile alla campagna di disinformazione orchestrata da Trump dopo le elezioni.

Parlando non più come avvocato personale del presidente, ma come arbitro neutrale della giustizia, ha dichiarato che il suo Dipartimento ha cercato frodi elettorali significative, ma non ne ha trovate.

Trump ha subito ripetute e imbarazzanti sconfitte in tribunale . E i governatori repubblicani e i segretari di stato hanno certificato risultati che dimostrano la chiara sconfitta.

L’esposizione in prima persona di Barr rappresenta, così, il fallimento finale del tentativo spesso riuscito di Trump di armare il Dipartimento di Giustizia come un’arma politica personale e potente.
Brutta notizia che arriva in un momento chiave per l’ex presidenza.

Infatti ormai è  diventato chiaro che l’uscita del presidente dalla Casa Bianca sarà accompagnata dalle stesse nuvole di scandali, imbrogli costituzionali e mosse legali politicizzate che hanno plasmato la presidenza più dirompente dei tempi moderni.

Un effetto a catena immediato dopo le osservazioni del procuratore generale sarà quello di far sembrare ancora più falsi i senatori repubblicani, incluso il leader della maggioranza Mitch McConnell, che si rifiuta di riferirsi a Joe Biden come presidente eletto.