Fabrizio Balassone, Capo del Servizio Struttura economica della Banca d’Italia, ha tenuto l’audizione preliminare all’esame della manovra economica davanti alle Commissioni riunite V della Camera dei Deputati (Bilancio, Tesoro e Programmazione) e V del Senato della Repubblica (Programmazione economica e bilancio).
Il governo, come mai avvenuto in passato, ha contestato duramente la posizione assunta da Via Nazionale – in questo caso sulla questione del denaro contante – anche se poi, per bocca del sottosegretario Fazzolari, braccio destro della Meloni, ha precisato che non è in discussione l’autonomia dell’Istituto centrale.
Di seguito riportiamo le conclusioni di Balassone, rinviando al link in fondo alla pagina per la lettura integrale della relazione.
Redazione
Nel difficile contesto attuale la politica di bilancio si trova a conciliare due esigenze: sostenere le famiglie e le imprese a fronte dello shock energetico e consolidare la fiducia di risparmiatori e investitori, creando così le premesse per la crescita dell’economia. Proseguire nel sentiero di riduzione del peso del debito pubblico è necessario per riportare le condizioni finanziarie del Paese in linea con quelle dei principali paesi dell’area euro.
Anche per il livello già molto elevato del debito pubblico in rapporto al prodotto, gli spazi per una politica espansiva sono molto limitati. D’altro canto un impulso significativo alla crescita economica verrà dalla realizzazione degli interventi previsti dal PNRR, in parte senza costi immediati per il bilancio (per i trasferimenti), in parte con costi inferiori a quelli di mercato (per i prestiti).
In linea con i ristretti margini di manovra, il disegno di legge di bilancio prevede un aumento del disavanzo rispetto al suo valore tendenziale quasi esclusivamente per gli interventi a sostegno di famiglie e imprese connessi con l’emergenza energetica. Tali misure tuttavia riguardano solo il primo trimestre del 2023: qualora gli effetti dello shock energetico dovessero proseguire anche nei trimestri successivi le eventuali nuove misure dovrebbero rimanere di natura temporanea ed essere prioritariamente finanziate ricorrendo a risparmi di spesa o a maggiori entrate. Si potrebbe compiere uno sforzo ulteriore per renderle ancora più mirate e selettive.
Le misure non connesse con l’emergenza energetica, che trovano copertura in risparmi di spesa e aumenti di entrate, hanno comunque una dimensione non trascurabile, con effetti netti non necessariamente nulli sul prodotto e sulla distribuzione del reddito. Alcuni di questi interventi presentano aspetti critici che la Banca d’Italia ha più volte segnalato in passato con riferimento a misure analoghe: la discrepanza di trattamento tributario tra lavoratori dipendenti e autonomi (e, all’interno di questi ultimi, tra contribuenti soggetti al regime forfetario e contribuenti esclusi) risulta accresciuta; le disposizioni in materia di pagamenti in contante e l’introduzione di alcuni istituti che riducono l’onere tributario per i contribuenti non in regola rischiano di entrare in contrasto con la spinta alla modernizzazione del Paese che anima il Piano nazionale di ripresa e resilienza e con l’esigenza di continuare a ridurre l’evasione fiscale.
Per leggere la relazione integrale
https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/interventi-vari/int-var-2022/Balassone_05122022.pdf