Il voto sardo, un invito a modificare la rotta.

Giorgia Meloni deve aggiornare la mappa di una navigazione che si andava facendo troppo disinvolta e perigliosa. In sostanza, là Premier ha bisogno di un briciolo di incoerenza se vuole essere apprezzata.

Il voto sardo contiene un verdetto e un monito. Avvisa la Meloni che non è mai bene esagerare e che tutte le forzature di una maggioranza che si sente troppo padrona del suo destino vanno incontro prima o poi a una smentita pressoché inesorabile. 

È un invito, insomma, per quanto si può, a modificare la rotta. Aggiornando la mappa di una navigazione che si andava facendo troppo disinvolta e perigliosa. Naturalmente, occorrerà aspettare la controprova (Abruzzo, poi Basilicata, infine le europee). E non è affatto detto che il centrosinistra sia uscito dalle sue difficoltà e dalla sua confusione. Tutt’altro. Ma è pur vero che si è riaperta la contesa, che il gioco si è fatto più incerto per tutti e che l’esito non può più essere dato per scontato. 

Una buona notizia per chi ama la politica e ne segue con passione civile le infinite variazioni. Ora si tratterà di vedere se e come cambierà lo spartito di Palazzo Chigi. Laddove Meloni si trova davanti a un singolare crocevia. Infatti la sua popolarità resta piuttosto alta. Ma a condizione di tenere in precario equilibrio quel che appartiene a lei e alla sua storia e quel che invece le viene suggerito dalle più ampie e più varie necessità del paese. 

In altre parole Meloni può riuscire nell’impresa solo a patto di convincere almeno una parte del paese che non l’ha votata. E che può condividerla, almeno un po’, solo a patto che si liberi dal fardello della sua parzialità. Detto altrimenti, Meloni ha bisogno di un briciolo di incoerenza se vuole essere apprezzata. Soprattutto in Europa, laddove dovrà svincolarsi da molte delle sue vecchie amicizie.

 

Fonte: La Voce del Popolo – Giovedì 9 febbraio 2024.

Articolo qui riproposto per gentile concessione del direttore del settimanale della Diocesi di Brescia.