Roma, 25 apr. (askanews) – Donald Trump arriva stasera a Roma poco prima delle 23 e secondo l’agenda pubblicata dalla Casa Bianca riparte domani subito dopo il funerale di Papa Francesco: la finestra è stretta per ipotizzare un incontro vero e proprio sull’Ucraina o sulla guerra commerciale a margine delle esequie del Pontefice. Ai funerali papali ci sarà il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ma con la Casa Bianca non tira buona aria, tanto più dopo il no alle pressioni americane per accettare un piano considerato da Kiev piuttosto una dichiarazione di resa. Ci sarà anche la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, che la premier Giorgia Meloni vorrebbe vedere formalmente a colloquio con il presidente americano: anche qui, però, difficile che si intavoli qualcosa che assomigli a un vero incontro nel breve tempo riservato da Trump alla trasferta in nome del Papa.
Il capo dello Stato americano parte oggi da Washington per volare a Roma e recarsi in Vaticano assieme alla first lady Melania e lì si ritroverà assieme al suo precedessore Joe Biden, presidente cattolico e in totale opposizione alla linea di Trump sull’Ucraina. Tutti gli occhi sono puntati sul leader americano, tuttavia a Roma convergeranno delegazioni dal mondo intero, con decine di leader mondiali e rappresentanti delle monarchie attesi in Piazza San Pietro per i funerali di Papa Francesco, scomparso lunedì scorso all’età di 88 anni.
Tra le teste coronate sono attesi Re Felipe VI e la Regina Letizia di Spagna, il Principe William dal Regno Unito e secondo fonti diplomatiche anche il Principe Alberto II di Monaco, il Re Guglielmo Alessandro dei Paesi Bassi e Re Filippo del Belgio.
Zelensky sarà accompagnato dalla moglie Olena Zelenska, è confermato Emmanuel Macron, presidente della Francia e per la Germania ci saranno sia il presidente Frank-Walter Steinmeier sia il cancelliere Olaf Scholz. Dalla Gran Bretagna oltre al principe di Galles parteciperà il primo ministro Keir Starmer, che ha chiesto un incontro con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
Poi i capi di stato di Portogallo, Svizzera, i leader di diversi paesi balcanici, il presidente polacco Andrzej Duda. Ci sarà anche il presidente brasiliano Luis Inacio Lula da Silva. E naturalmente il presidente argentino Javier Milei, il cui arrivo a Roma è accompagnato in patria da un’accesa polemica sull’esclusione dalla delegazione ufficiale dei familiari del Papa: il nipote Mauro è arrivato a Roma grazie a un’agenzia di viaggi che gli ha regalato il costoso biglietto aereo, che non poteva permettersi.
Sono attese inoltre delegazioni di tutte le confessioni religiose, dal grande Imam di Al Azhar, Ahmad al Tayyebb, che è stato un importante interlocutore del Papa nel mondo musulmano, a una delegazione della comunità ebraica e il rabbino capo di Roma Riccardo di segni. Da Mosca per il patriarcato ortodosso è inviato il metropolita Antonij con una delegazione che potrebbe fermarsi nei giorni successivi.
Dalla Russia non arriverà il presidente Vladimir Putin, su cui pende un mandato d’arresto internazionale e che ha deciso di inviare la ministra della cultura Ljubimova, a sottolineare una sintonia a livello di pensiero più che una presenza politica ma anche il fatto che l’esponente governativa non è sotto sanzioni internazionali. Oggi Putin incontra l’inviato presidenziale americano Steve Witkoff, incaricato di cercare di strappare ulteriori aperture russe verso una tregua in Ucraina.
Non ci sarà domani a San Pietro neppure il premier israeliano Benjamin Netanyahu, che si è fatto notare per avere atteso giorni prima di presentare le condoglianze per il Papa.
Taiwan, con la quale la Santa Sede ha rapporti diplomatici, è un caso particolare. L’isola ha rinunciato a inviare il proprio presidente, come è accaduto in passato, limitandosi a delegare un ex vicepresidente notoriamente amico di Papa Bergoglio, proprio per non imbarazzare il Vaticano impegnato in una difficile trattativa con Pechino.