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In Italia animali domestici in crescita: sono in quasi 4 famiglie su 10

Milano, 18 dic. (askanews) – In Italia quasi quattro famiglie su dieci convivono con almeno un animale domestico. E’ quanto emerge dai dati dell’Istat relativi al 2024 e contenuti nell’Indagine multiscopo “I cittadini e il tempo libero”, che indicano che oltre 10 milioni di nuclei familiari, pari al 37,7% del totale, ospitano uno o più animali in casa. La quota risulta in crescita rispetto al 2015, quando si attestava al 36,2%, e conferma un trend di aumento lento ma continuo dopo una lunga fase di stabilità.

Il confronto storico mostra infatti che tra il 2006 e il 2015 la presenza di animali domestici nelle famiglie italiane era rimasta sostanzialmente invariata, oscillando attorno al 36%. L’incremento osservato nell’ultimo decennio, pari a 1,5 punti percentuali, segnala un cambiamento graduale negli stili di vita e nelle scelte familiari. Nel complesso, si stima che nelle abitazioni italiane vivano circa 25 milioni e 500mila animali domestici.

Cani e gatti restano di gran lunga gli animali più diffusi. Nel 2024 il 33,9% delle famiglie possiede almeno un cane, un gatto o entrambi. In particolare, il 22,1% dei nuclei familiari dichiara la presenza di uno o più cani, mentre il 17,4% convive con uno o più gatti. Tra le famiglie che ne possiedono, il numero medio è pari a 1,3 cani e 1,8 gatti, a conferma di una diffusione che spesso va oltre il singolo animale.

Decisamente più contenuta risulta invece la presenza di altre tipologie di animali. I pesci sono presenti nel 3,2% delle famiglie, mentre circa il 6% dichiara di possedere animali diversi da cani e gatti. All’interno di questo gruppo prevalgono uccelli e tartarughe, rispettivamente presenti nell’1,5% e nell’1,3% dei nuclei. Nel tempo si osserva una lieve riduzione della quota di famiglie con animali diversi da cani e gatti, scesa all’8,1% nel 2024.

Le differenze territoriali restano marcate. Il Centro Italia registra la quota più elevata di famiglie con animali domestici, pari al 42,7%. Seguono il Nord-est con il 40,3% e il Nord-ovest con il 38,5%. La presenza risulta invece meno frequente nelle Isole, dove la quota scende al 34,3%, e nel Sud, che si ferma al 31%. Il dato territoriale si intreccia fortemente con la dimensione demografica dei Comuni.

Nei grandi centri urbani la convivenza con animali domestici è meno diffusa rispetto ai Comuni di piccole dimensioni. Nei Comuni centro delle aree metropolitane solo il 29,4% delle famiglie possiede uno o più animali, mentre la quota sale al 45% nei Comuni compresi tra 2mila e 10mila abitanti. Il valore più elevato si registra nei Comuni con meno di 2mila residenti, dove quasi una famiglia su due, il 47,7%, accoglie animali in casa. Un risultato che riflette anche una maggiore disponibilità di spazi abitativi e di aree verdi. La stessa dinamica emerge osservando separatamente cani e gatti. Nei piccoli centri il 29,4% delle famiglie possiede almeno un cane, a fronte del 15,1% rilevato nei Comuni centro delle aree metropolitane. Per i gatti il divario è analogo, con il 27,7% delle famiglie nei piccoli Comuni contro il 12,5% di quelle residenti nei grandi centri urbani.

La diffusione degli animali domestici è associata anche a caratteristiche socio-economiche. La quota di famiglie con animali sale al 45,5% quando il titolo di studio più elevato in famiglia è almeno il diploma di scuola superiore, mentre scende al 30,2% tra i nuclei con un livello di istruzione non superiore alla licenza media. Si osserva inoltre una relazione, seppur moderata, con le risorse economiche disponibili: tra le famiglie che dichiarano condizioni economiche ottime, il 41,6% ospita animali domestici, una percentuale superiore alla media nazionale.

La composizione della famiglia incide in modo significativo sulla presenza di animali domestici. Nel 2024 i nuclei con figli grandi risultano quelli più propensi ad accogliere animali in casa. Oltre la metà delle coppie con figli di 14 anni e più, pari al 51,2%, convive con uno o più animali domestici. Seguono le famiglie monogenitore con figli della stessa fascia d’età, che raggiungono il 48,8%.

Anche tra le coppie con figli più piccoli la presenza è rilevante, con il 42,5% dei nuclei che dichiara di avere animali domestici, una quota analoga a quella osservata tra i monogenitori con figli sotto i 14 anni. Particolarmente significativa è la crescita delle coppie senza figli con componenti sotto i 65 anni: nel 2024 il 47,9% di queste famiglie ospita animali domestici, a fronte del 38% registrato nel 2006 e del 42% nel 2015, con un aumento complessivo di quasi dieci punti percentuali.

La presenza di animali risulta invece più contenuta tra le persone sole. Tra gli individui di 65 anni e più che vivono da soli solo il 22,7% possiede animali domestici, mentre la quota sale al 30,8% tra le persone sole con meno di 64 anni. Considerando in particolare cani e gatti, sono ancora una volta le coppie con figli di almeno 14 anni a mostrare le percentuali più elevate, pari al 46,7%, seguite dalle famiglie monogenitore con figli grandi e dalle coppie senza figli sotto i 65 anni.

L’Indagine Istat analizza anche l’impegno diretto nella cura degli animali domestici nel tempo libero. Nel 2024 il 38,1% delle persone di 11 anni e più dichiara di prendersi cura di animali domestici. Di queste, il 23,8% svolge tale attività con assiduità, almeno una volta alla settimana, mentre il 14,3% lo fa in modo più sporadico. La frequenza della cura aumenta con l’età fino alla fascia 45-64 anni, per poi diminuire oltre i 65 anni. Tra i giovani di 11-24 anni il 20,2% si prende cura degli animali con frequenza settimanale, una quota che sale al 24,3% tra i 25 e i 44 anni e raggiunge il 28,8% tra i 45 e i 64 anni. Dopo i 65 anni il valore scende al 18,8%.

Le differenze di genere risultano evidenti. Le donne mostrano una maggiore propensione alla cura degli animali domestici rispetto agli uomini, con uno scarto di circa sei punti percentuali. Nel 2024 il 26,6% delle donne si occupa degli animali almeno una volta alla settimana, contro il 20,1% degli uomini. Il divario è presente in tutte le classi di età, raggiunge il massimo tra i 45 e i 64 anni e tende ad annullarsi tra le persone più anziane.

La maggiore partecipazione femminile alla cura degli animali si conferma anche considerando la condizione occupazionale. Tra le donne occupate, il 33,8% dichiara di dedicarsi alla cura degli animali domestici con frequenza almeno settimanale, mentre tra gli uomini occupati la quota si ferma al 22,3%.