Roma, 5 nov. (askanews) – La Procura generale libica ha ordinato la detenzione di Osama Al Masri Najim e il suo rinvio a giudizio con l’accusa di tortura di detenuti e della morte di un detenuto sotto tortura. Lo riferisce l’emittente Libya24. La Procura ha ordinato la detenzione di Al Masri, capo delle operazioni di polizia giudiziaria presso il carcere di Mitiga, a Tripoli, con l’accusa di tortura e violazioni dei diritti umani presso il Centro di Riabilitazione e Correzione di Tripoli. In una dichiarazione la Procura ha fatto sapere di aver concluso le indagini avviate lo scorso luglio rispetto alle accuse di tortura, trattamenti crudeli e degradanti nei confronti di 10 detenuti, uno dei quali
poi deceduto. Najim è ricercato dalla Corte penale internazionale dell’Aia (Cpi), che ha spiccato il 18 gennaio scorso un mandato di arresto per crimini di guerra e contro l’umanità commessi al carcere di Mitiga.
Dura la critica delle opposizioni al governo italiano. Almasri,. infatti, fu arrestato il 19 gennaio scorso a Torino e rimpatriato in Libia due giorni con un volo di stato, malgrado su di lui pendesse un mandato della Cpi con l’imputazione di crimini di guerra. Il Tribunale dei Ministri aveva chiesto l’autorizzazione a procedere nei confronti del sottosegretario Alfredo Mantovano e i ministri di Giustizia e Interni, nell’ordine Carlo Nordio e Matteo Piantedosi, con l’ipotesi di vari reati. La Camera dei Deputati ha però respinto la richiesta.
“Le autorità libiche hanno ordinato l’arresto di Almasri, per tortura e omicidio. Lo stesso criminale che Meloni, Nordio e Piantedosi hanno liberato e riaccompagnato a casa con un volo di Stato, dopo che la magistratura e le forze dell’ordine italiane lo avevano fermato nel nostro Paese per il mandato d’arresto della Corte Penale internazionale”. La segretaria del partito democratico Elly Schlein. “Evidentemente – aggiunge – per la procura in Libia il diritto internazionale non vale ‘solo fino a un certo punto’, come per il governo italiano. Questa è una figura vergognosa a livello internazionale per cui il governo deve chiedere scusa agli italiani”. “Che umiliazione per il governo Meloni. Alla fine Almasri, un torturatore con accuse anche per stupri su bambini, è stato arrestato in Libia. Invece la nostra premier e i nostri ministri lo hanno fatto rientrare a casa con voli di Stato, con la nostra bandiera, calpestando il diritto internazionale e la Corte Penale internazionale, il cui Statuto a tutela dei diritti è stato firmato a Roma”. Lo ha scritto sui suoi canali social il presidente del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte. “Ora diranno che anche la Procura generale in Libia è un nemico del Governo? Che vergogna per la nostra immagine. Non è questa l’Italia”, ha concluso l’ex premier. “Il governo Meloni ha protetto un torturatore e stupratore. Oggi la Libia arresta Almasri per torture e omicidi, gli stessi crimini per cui la Corte penale internazionale ne aveva chiesto la cattura. Ma l’Italia lo ha liberato e rimandato a casa con un aereo di Stato. È una vergogna nazionale: Meloni e Nordio hanno ostacolato la giustizia internazionale e coperto un criminale. Questo governo ha tradito i principi di legalità e diritti umani: una vergogna nazionale firmata Meloni”, così Angelo Bonelli deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, co-portavoce di Europa Verde. “Cos’altro deve accadere se non l’arresto in Libia di Almasri con l’accusa di violenze e torture sui detenuti perchè Nordio si dimetta? Non solo il ministro della Giustizia sin da subito ha raccontato una montagna di balle in parlamento, non solo il governo italiano ha riaccompagnato un delinquente con l’aereo di Stato, non solo l’esecutivo Meloni ha fatto tutto questo sulla base di uno scambio con il controllo dei flussi di migranti, non solo lo ha fatto sbattendosene del mandato di arresto della Corte Penale internazionale, ora scopriamo che persino per i libici Almarsi è un pericolo. Cosa aspetta Nordio a fare un passo indietro? Non pensa di aver già portato nel punto più basso il ministero e l’istituzione che ricopre pro tempore?”. Lo afferma il segretario di +Europa, Riccardo Magi.

