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Inail: nei primi 9 mesi del 2025 si contano 570 morti sul lavoro

Roma, 3 nov. (askanews) – Nei primi nove mesi di quest’anno le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale sono state 570, ovvero 7 in più rispetto allo stesso del periodo del 2024, equivalenti ad un aumento dell’1,2%. Lo riporta l’Inail con il consuntivo dei dati di quest’anno fino allo scorso settembre. I morti sul lavoro risultano invece calati di 20 unità rispetto al 2023, di 2 sul 2022, di 161 in meno sul 2021, e 204 in meno rispetto al 2020, mentre sono 8 in più rispetto al 2019.

In generale, prosegue l’Inail con un comunicato, sui primi nove mesi si evidenzia una diminuzione degli infortuni (-0,2%), mentre per la componente in itinere si registra un incremento delle denunce di infortunio (+2,4%) e una stabilità dei casi mortali (207 decessi in entrambi i periodi).

Tenuto conto dei dati sul mercato del lavoro rilevati mensilmente dall’Istat nei vari anni, con ultimo aggiornamento settembre 2025, e rapportato il numero degli infortuni denunciati in occasione di lavoro (al netto degli studenti) a quello degli occupati (dati provvisori), si evidenzia un’incidenza infortunistica che passa dalle 1.493 denunce di infortunio in occasione di lavoro ogni 100mila occupati Istat di settembre 2019 alle 1.283 del 2025, con un calo del 14,1%. Rispetto a settembre 2024 la riduzione è dello 0,9% (da 1.295 a 1.283). In aumento del 9,7% le patologie di origine professionale denunciate, pari a 71.682 Le denunce mensili di infortunio sul lavoro, in complesso e con esito mortale, sono analizzate separatamente per modalità di accadimento – in occasione di lavoro e in itinere – con esclusione dei casi occorsi agli studenti, a cui è dedicata un’apposita sezione, ricorda l’Inail.

A seguito dell’estensione della tutela Inail agli studenti delle scuole pubbliche e private di ogni ordine e grado, si è ritenuto infatti opportuno dedicare un focus specifico all’analisi degli infortuni avvenuti in questo ambito.

Allo stesso modo la distinzione tra gli infortuni occorsi in occasione di lavoro, ovvero nello svolgimento dell’attività lavorativa, e quelli avvenuti in itinere, nel tragitto di andata e ritorno casa-lavoro, pur nella provvisorietà dei numeri, consente di valorizzare le diverse circostanze in cui si sono verificati gli infortuni e la tipologia di rischio interessata, nel primo caso connessa all’attività lavorativa e nel secondo ai pericoli della circolazione stradale.

I dati mensili diffusi sono provvisori e il loro confronto richiede cautele nelle analisi periodiche di dettaglio, in particolare rispetto all’andamento degli infortuni con esito mortale, precisa l’istituto, soggetti all’effetto distorsivo di picchi occasionali e dei tempi di trattazione delle pratiche. Il confronto effettuato su un periodo di nove mesi, inoltre, potrebbe rivelarsi poco attendibile rispetto alla tendenza che si delineerà nei prossimi mesi. Per quantificare il fenomeno, comprensivo anche dei casi accertati positivamente dall’Istituto, sarà quindi necessario attendere il consolidamento dei dati dell’intero 2025, con la conclusione dell’iter amministrativo e sanitario relativo a ogni denuncia.

Nel numero complessivo delle denunce di infortunio sono comprese anche le comunicazioni obbligatorie, effettuate ai soli fini statistici e informativi da tutti i datori di lavoro e i loro intermediari, compresi i datori di lavoro privati di lavoratori assicurati presso altri enti o con polizze private, degli infortuni che comportano un’assenza dal lavoro di almeno un giorno, escluso quello dell’evento.

Le denunce di infortunio in occasione di lavoro (al netto degli studenti) presentate all’Inail nei primi nove mesi del 2025 sono state 310.726, in diminuzione dello 0,2% rispetto alle 311.289 del pari periodo 2024, del 2,2% rispetto al 2023, del 28,0% rispetto al 2022, del 3,3% sul 2021, del 9,8% sul 2019, anno che precede la crisi pandemica, e in aumento dell’1,9% sul 2020. Tenuto conto dei dati sul mercato del lavoro rilevati mensilmente dall’Istat nei vari anni, prosegue l’Inail, con ultimo aggiornamento settembre 2025, e rapportato il numero degli infortuni denunciati in occasione di lavoro (al netto degli studenti) a quello degli occupati (dati provvisori), si evidenzia un’incidenza infortunistica che passa dalle 1.493 denunce di infortunio in occasione di lavoro ogni 100mila occupati Istat di settembre 2019 alle 1.283 del 2025, con un calo del 14,1%. Rispetto a settembre 2024 la riduzione è dello 0,9% (da 1.295 a 1.283).

L’incidenza delle denunce di infortunio in occasione di lavoro sul totale delle denunce presentate (al netto degli studenti) è passata dall’83,0% del 2019 all’81,3% del 2025 (è stata dell’81,7% nel 2024). A settembre di quest’anno il numero delle denunce di infortuni sul lavoro ha segnato un -0,1% nella gestione Industria e servizi (dai 279.974 casi del 2024 ai 279.749 del 2025), un -2,0% in Agricoltura (da 18.189 a 17.825) e un +0,2% nel Conto Stato (da 13.126 a 13.152).

Tra i settori con più infortuni avvenuti in occasione di lavoro si evidenziano per i decrementi i Servizi di supporto alle imprese (-2,8%), il Trasporto e magazzinaggio (-1,9%) e il comparto Manifatturiero (-1,2%), e per gli incrementi le Costruzioni (+2,9%), il Commercio (+2,6%), la Sanità e assistenza sociale (+2,1%) e le Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione (+1,5%).

L’analisi territoriale evidenzia un calo delle denunce nel Nord-Ovest (-2,8%) e al Sud (-0,2%) e un aumento al Centro (+2,6%), nelle Isole (+1,0%) e nel Nord-Est (+0,1%). Tra le regioni con i maggiori decrementi percentuali si segnalano la Liguria (-4,2%), la provincia autonoma di Trento (-3,3%), la Lombardia (-2,9%), la Toscana (-2,8%) e la Campania (-2,6%), mentre per gli incrementi il Lazio (+12,0%), la provincia autonoma di Bolzano (+5,6%), la Basilicata (+5,1%), il Molise (+3,0%) e la Sicilia (+2,4%).

La diminuzione delle denunce di infortunio che emerge dal confronto tra il 2024 e il 2025 è legata solo alla componente maschile, che registra un -1,1% (da 213.789 a 211.524 casi) contro un +1,7% di quella femminile (da 97.500 a 99.202). In flessione le denunce dei lavoratori italiani (-1,2%), al contrario di quelle degli stranieri (+3,0%). L’analisi per classi di età mostra un calo nella fascia che va dai 30 ai 59 anni (-1,7%) e aumenti per i 60-69enni (+7,9%) e 20-29enni (+0,8%).

Le denunce di infortunio in occasione di lavoro con esito mortale (al netto degli studenti) presentate entro il mese di settembre 2025, pur nella provvisorietà dei numeri, sono state 570, sette in più rispetto alle 563 registrate nel 2024, 20 in meno sul 2023, due in meno sul 2022, 161 in meno sul 2021, 204 in meno rispetto al 2020 e otto in più rispetto al 2019. Rapportando il numero dei casi mortali in occasione di lavoro (al netto degli studenti) agli occupati Istat nei vari periodi (dati provvisori), si nota come l’incidenza passi da 2,44 decessi denunciati ogni 100mila occupati Istat di settembre 2019 a 2,35 del 2025 (-3,7%) e aumenti dello 0,4% rispetto a settembre 2024 (da 2,34 a 2,35).

L’incidenza delle denunce di infortunio mortale in occasione di lavoro sul totale dei decessi denunciati (al netto degli studenti) è passata dal 72,2% del 2019 al 73,4% del 2025 (è stata del 73,1% nel 2024). L’aumento ha riguardato la gestione Industria e servizi, che passa da 483 a 485 denunce mortali, l’Agricoltura da 74 a 79 casi, mentre il Conto Stato conferma i sei decessi in entrambi i periodi.

Tra i settori con più infortuni avvenuti in occasione di lavoro si evidenziano per gli incrementi le Attività manifatturiere (da 71 a 83 decessi denunciati), il Trasporto e magazzinaggio (da 66 a 71) e il Commercio (da 39 a 54), per i decrementi le Costruzioni (da 106 a 99), i Servizi di supporto alle imprese (da 27 a 26) e le Attività di alloggio e ristorazione (da 20 a 14). Dall’analisi territoriale emergono aumenti al Sud (da 121 a 139) e nel Nord-Est (da 121 a 128), e decrementi nel Nord-Ovest (da 152 a 139), al Centro (da 107 a 104) e nelle Isole (da 62 a 60). Tra le regioni con i maggiori aumenti si segnalano Veneto (+24), Piemonte (+12), Campania (+9), Toscana e Puglia (+8 ciascuna), mentre per i cali più evidenti Lombardia (-28), Lazio (-18), Emilia Romagna (-8) e provincia autonoma di Trento (-5).

L’aumento rilevato nel confronto dei periodi gennaio-settembre 2024 e 2025 è legato solo alla componente maschile, le cui denunce mortali in occasione di lavoro sono passate da 529 a 539, mentre quella femminile è in calo (da 34 a 31). Aumentano le denunce dei lavoratori italiani (da 431 a 445), in calo quelle degli stranieri (da 132 a 125). L’analisi per classi di età evidenzia incrementi delle denunce nelle fasce 40-59 anni (da 307 a 339 casi) e 25-29 anni (da 16 a 19). Riduzioni tra i 20-24enni (da 24 a 16), tra i 30-39enni (da 55 a 51) e tra gli over 59 (da 155 a 136).

Gli infortuni in itinere, dice ancora l’Inail, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro (al netto degli studenti), denunciati all’Inail entro il mese di settembre 2025 sono stati 71.594, in aumento del 2,4% rispetto ai 69.900 del 2024, del 7,7% rispetto al 2023, del 13,2% sul 2022, del 35,8% sul 2021, del 62,7% sul 2020 e dell’1,3% rispetto al 2019.

L’incidenza di tale tipologia di denunce sul complesso degli infortuni (al netto degli studenti) è passata dal 17,0% del 2019 al 18,7% del 2025. A settembre di quest’anno il numero delle denunce di infortuni in itinere ha segnato un +2,6% nella gestione Industria e servizi (dai 62.917 casi del 2024 ai 64.535 del 2025), un +8,6% in Agricoltura (da 1.185 a 1.287) e un -0,4% nel Conto Stato (da 5.798 a 5.772).

L’analisi territoriale evidenzia un aumento delle denunce al Sud (+5,0%), nelle Isole (+4,3%), nel Nord-Est (+3,4%), nel Nord-Ovest (+2,0%) e al Centro (+0,03%). Tra le regioni con i maggiori incrementi percentuali dei casi si segnalano la provincia autonoma di Bolzano (+18,4%), la Sardegna (+13,7%), la Campania (+13,5%) e l’Emilia Romagna (+8,3%), mentre i decrementi più rilevanti si registrano in Umbria (-17,5%), Basilicata (-6,4%), Molise (-4,6%) e Liguria (-3,1%).

L’incremento delle denunce di infortunio che emerge dal confronto tra il 2024 e il 2025 è legata sia alla componente femminile, che registra un +3,2% (da 33.164 a 34.215 casi) sia a quella maschile con un +1,8% (da 36.736 a 37.379). Aumentano le denunce dei lavoratori stranieri (+5,4%) e quelle degli italiani (+1,6%). L’analisi per classi di età mostra decrementi nella fascia 40-49 anni (-2,4%) e incrementi per gli under 40 anni (+3,3%) e tra i 50-74enni (+4,3%).

Le denunce di infortuni in itinere con esito mortale (al netto degli studenti) presentate nel 2025, pur nella provvisorietà dei numeri, hanno confermato quelle registrate nel 2024 (207 casi), ma sono state nove in meno rispetto al 2019 (216). L’incidenza di tale tipologia di denunce sul complesso degli infortuni mortali (al netto degli studenti) è passata dal 27,8% del 2019 al 26,6% del 2025 (è stata del 26,9% nel 2024). L’incremento ha riguardato solo la gestione Industria e servizi, che passa da 179 a 195 denunce mortali, mentre l’Agricoltura scende da 19 a 11 e il Conto Stato da nove a una.

Dall’analisi territoriale emergono incrementi nel Nord-Est (da 40 a 54 denunce), al Centro (da 43 a 45) e nelle Isole (da 17 a 24), e cali nel Nord-Ovest (da 64 a 56) e al Sud (da 43 a 28). Le denunce mortali in itinere delle lavoratrici sono aumentate da 25 a 34, quelle dei lavoratori sono scese da 182 a 173. Aumentano le denunce dei lavoratori stranieri (da 39 a 46), in calo quelle degli italiani (da 168 a 161).

Passando alle denunce di infortunio degli studenti di ogni ordine e grado presentate all’Inail entro il mese di settembre 2025: sono state 53.563, in aumento del 3,4% rispetto alle 51.813 del 2024. Delle circa 54mila denunce di infortunio, 1.299 hanno riguardato studenti coinvolti nei percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (PCTO), ora denominati ‘formazione scuola-lavoro’, in riduzione dell’11,1% rispetto al 2024.

L’incidenza degli infortuni occorsi a studenti rappresenta il 12,3% del totale delle denunce registrate nel 2025. Il 42% interessa le studentesse (+3,1% l’incremento tra il 2024 e il 2025), il 58% gli studenti (+3,5%). Tre infortuni su quattro riguardano studenti under 15 anni, un quarto quelli dai 15 anni in poi.

La Lombardia è la regione che presenta più denunce (23% del totale nazionale, +4,9% sul 2024), seguita da Veneto (13%, +11,3%), Emilia-Romagna (12%, +1,0%) e Piemonte (10%, +6,9%). Il 95% delle denunce riguarda gli studenti delle scuole statali, il restante 5% gli studenti delle scuole non statali e private. I casi mortali denunciati all’Inail entro il mese di settembre 2025 risultano essere sette contro i sei del 2024, ma si ricorda che i dati sono provvisori, soggetti ai tempi di trattazione delle pratiche, soprattutto ai fini del loro riconoscimento.

Le denunce di malattia professionale protocollate dall’Inail nei primi nove mesi di quest’anno sono state 71.682, 6.349 in più rispetto allo stesso periodo del 2024 (+9,7%). L’aumento è del 33,8% sul 2023, del 63,2% sul 2022, del 77,1% sul 2021, del 126,1% sul 2020 e del 58,7% sul 2019. I dati rilevati a settembre di ciascun anno mostrano incrementi delle patologie denunciate nelle gestioni Industria e servizi (+10,0%, da 54.177 a 59.575 casi), Agricoltura (+8,7%, da 10.621 a 11.547) e Conto Stato (+4,7%, da 535 a 560). L’aumento interessa il Sud (+22,0%), il Nord-Ovest (+14,3%), il Centro (+6,0%) e il Nord-Est (+5,4%). In calo le Isole (-5,6%).

In ottica di genere si rilevano 4.918 denunce di malattia professionale in più per i lavoratori, da 48.319 a 53.237 (+10,2%), e 1.431 in più per le lavoratrici, da 17.014 a 18.445 (+8,4%). L’aumento ha interessato sia le denunce dei lavoratori italiani, passate da 59.752 a 65.138 (+9,0%), sia quelle degli stranieri, da 5.581 a 6.544 (+17,3%). Le patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo, conclude l’Inail, quelle del sistema nervoso e dell’orecchio continuano a rappresentare, anche nei primi nove mesi del 2025, le prime tre tipologie di malattie professionali denunciate, seguite dai tumori e dalle patologie del sistema respiratorio.