“L’intelligenza artificiale è il punto di sviluppo storicamente più alto della mediazione fra uomo e mondo, naturale ed umano, e non si sottrae al rischio di incorporare potenziale distruttivo”. Pubblichiamo la parte conclusiva della relazione del Presidente della Fondazione Ezio Tarantelli in occasione del Webinar che si è svolto, su iniziativa del Coordinamento internazionale della CISL, il 23 Settembre u.s. dal titolo “Trasformazione digitale e intelligenza artificiale: quale futuro per il lavoro?”.
Il controllo, la classificazione, l’interpretazione statistica sofisticata di una quantità colossale di dati (la cui compravendita è già il business del futuro) tende a ridurre il cittadino elettore alla stregua del consumatore manipolato ed orientato su scala globale, in assenza di regole e con estrema difficoltà a farle valere, quando si prova a definirne qualcuna, di fronte a multinazionali globali (Big Five) ed a stati autoritari (Cina, Russia, Turchia ed altri ancora).
La vicenda di Cambridge Analitica e dell’ingerenza russa nelle elezioni degli Stati Uniti del 2016, che sancirono la vittoria di Trump, è, certamente, la dimostrazione paradigmatica più inquietante.
La World Wide Web, la ragnatela informativa e conoscitiva intorno al mondo, da potenzialità siderale per la democrazia rischia di capovolgersi nel suo opposto: la manipolazione programmata delle pubbliche opinioni globali. In Cina, il Governo ha adottato un rating di credito sociale, sulla base delle condizioni economiche e sociali di tutti i cinesi, assegnando un punteggio ed una, conseguente, classifica (ranking) reputazionale a tutta la popolazione.
È il ritorno alla discriminante censitaria (preambolo probabile alla differenziazione dei diritti di cittadinanza); contrappasso infernale della proclamata società comunista dell’eguaglianza!!!
L’uso reazionario della potenza globale dell’informazione digitale è una componente, non secondaria, dell’indebolimento delle democrazie, perentoriamente segnalato dall’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021 e dall’ascesa dei partiti e dei movimenti nazional-sovranisti e delle “democrazie illiberali” in Europa, nel secondo decennio del nostro secolo.
Ne consegue la necessità di una riflessione strategica sulla democrazia partecipativa come ‘tertium datur’ ed uscita di sicurezza vincente dall’alternativa tra il formalismo della democrazia rappresentativa e l’autoritarismo della democrazia illiberale, nonché forma di governo geneticamente adeguata a un modello di economia e di società ambientalmente e socialmente sostenibili.
La riflessione del Coordinamento internazionale Cisl, difronte a dinamiche, quali l’intelligenza artificiale, che marcano discontinuità epocali, peraltro cumulativamente interconnesse con il Green New Deal e con il grave declino demografico in molte economie avanzate, propone alcune idee strategiche preziose per le Organizzazioni sindacali e per le Rappresentanze sociali:
o mecatronica, robotica, robotica collaborativa, internet of things, big data, cloud computing, sicurezza informatica, stampa 3d, simulazione, nano tecnologie, materiali intelligenti);
• ai robot quadrupedi (equipaggiati con telecamere speciali ed algoritmi di computer vision attraverso i quali individuano le fitopatologie in corso nelle piante, nelle viti, nelle coltivazioni consentendo l’intervento terapeutico tempestivo);
• ai programmi di gestione del rischio di credito e del rischio assicurativo; ai co-robot nei contact center che rispondono alla prima fascia di richieste della clientela, ad Alexa, al Deep mind, a Netflix.
a. Evitare due atteggiamenti simmetrici e perdenti, ovvero sia l’opposizione di principio all’innovazione tecnologica, sia una linea di interventi ex post, a cose fatte, residuale e subalterna;
b. Rivendicare i principi della democrazia partecipativa diffusa che, in riferimento al nostro oggetto, assume la forma della titolarità delle Organizzazioni sindacali e delle Rappresentanze della società civile ad intervenire ex ante nelle fasi di progettazione e programmazione; in itinere nelle fasi della gestione; ex post nelle fasi di monitoraggio e di verifica; a tutti i livelli decisionali, centrali, periferici, nazionali, internazionali;
c. Ripensare la rappresentanza (informazione, tutela, assistenza, servizi, piattaforme, vertenze, contratti, mobilitazione, iscrizione) come mix di rappresentanza fisica, operante nei luoghi di lavoro, e di rappresentanza digitale per quelle aree crescenti di lavoratrici e di lavoratori che non hanno un luogo fisico di riferimento e di concentrazione (atopici), né un tempo fisso di lavoro (atemporali), né un’organizzazione rigida del lavoro (amodali);
d. Ridisegnare l’architettura del sistema di istruzione e di formazione, dall’alfabetizzazione digitale di massa, alla formazione professionale, agli istituti tecnici specializzati, all’università, sotto l’egida pedagogica onnipervasiva dell’imparare ad imparare e del conseguente apprendimento, riconversione culturale, riqualificazione professionale permanenti per tutta la vita;
e. Puntare alla sovranità tecnologica europea, condizione necessaria per l’indipendenza economica e l’autonomia strategica; ad una politica industriale europea ed ai conseguenti investimenti pubblici (vettori di investimenti privati) opportunamente integrati con le strategie di rafforzamento della sovranità e della cooperazione tecnologica, con le politiche industriali e con gli investimenti nazionali dei Paesi membri.