Pubblichiamo l’introduzione (“Inquadramento generale e fasi del progetto”) del documento elaborato dall’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo. In fondo alla pagina è disponibile il link per accedere al testo integrale.

In Italia il fenomeno dei NEET ha assunto dimensioni preoccupanti (2 milioni e 100mila a fine 2020 tra i 15 e i 29 anni secondo l’aggiornamento Istat del 9 luglio 2021), sia a livello macro-economico che territoriale per i consistenti divari tra regioni. Al Sud è nella condizione di NEET quasi un giovane su tre tra i 15 e i 29 anni. Per comprendere quanto il fenomeno dei NEET sia impattante nel nostro Paese è utile partire dal confronto con gli altri Stati membri dell’Unione europea. L’ultimo dato Eurostat disponibile riguarda il 2020. L’Italia era il primo Paese europeo per numero di NEET1 sul totale della popolazione compresa tra 20 e 34 anni, superiore di circa 12 punti percentuali rispetto alla media europea.

 

Tra gli obiettivi dell’Agenda 2030 ci sono la piena occupazione e condizioni dignitose per tutti, compresa una drastica riduzione dei giovani che non studiano e non lavorano. Ridurre i tassi di NEET è una grande sfida per i governi, in Italia ancora più complessa anche in relazione ad alcune specificità del Paese (come il considerare normale una lunga dipendenza economica dalla famiglia di origine e il fenomeno del lavoro sommerso).

 

Tra le principali difficoltà, se non in assoluto la principale, c’è l’aggancio (outreach) dei giovani che non stu- diano e non lavorano. Questi giovani, specie quelli appartenenti alle fasce più svantaggiate, sono “hard to reach” e non facili da coinvolgere in progetti sia sociali sia lavorativi.

 

Nonostante la ricerca in questo campo sia ormai presente da un ventennio, sono ancora molto limitate le evidenze in merito alle strategie di aggancio più efficaci e durature, ciò in stretta connessione con la com- plessità del fenomeno stesso dei NEET che raggruppa sotto una medesima etichetta giovani con storie, competenze, condizioni psico-sociali spesso molto diverse tra loro.

 

Possiamo schematicamente individuare almeno tre diversi gruppi di NEET:

  1. Giovani che cercano (più o meno intensamente) lavoro: sono coloro che si sono diplomati o laureati da poco. Sono i più dinamici e occupabili. Una parte rilevante di essi ha elevato capitale uma- no e alte aspirazioni di collocazione che non sempre trovano immediata corrispondenza nel sistema produttivo.
  2. Ragazzi scivolati nell’area grigia tra precarietà e non lavoro: hanno basse competenze ma buona disponibilità a riqualificarsi.
  3. Giovani che oramai non ci credono più, bloccati da situazioni familiari problematiche o scorag- giati da esperienze negative che li hanno fatti precipitare in una spirale di depressione progressiva del- la propria condizione, non solo economica, ma anche emotiva e relazionale. Quest’ultima categoria è la più difficile da agganciare perché è anche quella meno visibile e risulta anche più difficile da coin- volgere, se non attraverso interventi di prossimità in grado di introdurre strumenti che, prima ancora dell’occupabilità, sappiano riaccendere la fiducia in se stessi e il desiderio di riprendere attivamente in mano la propria vita.

 

Per leggere il report

https://www.rapportogiovani.it//new/wp-content/uploads/2022/02/OSSG_REPORT-INTERCETTARE-I-NEET_v2.pdf