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mercoledì, 26 Novembre, 2025
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“Io Sono Cultura”, nel settore crescono valore aggiunto e occupazione

Roma, 26 nov. (askanews) – E’ stato presentato a Roma “Io Sono Cultura”, il rapporto annuale di Fondazione Symbola, Unioncamere, Centro Studi Tagliacarne e Deloitte, da cui emerge che nel 2024 sono cresciuti valore aggiunto e occupazione nel sistema produttivo culturale e creativo, rispettivamente di 112, 6 miliardi, quindi +2,1%, e 1,5 milioni di addetti, cio 1,6%, rispetto al 2023.

Cultura e creativit, direttamente o indirettamente, generano complessivamente un valore aggiunto di circa 302,9 miliardi di euro, che equivale al 15,5% della ricchezza complessiva del Paese.

Valeria Brambilla, Amministratore Delegato di Deloitte & Touche S.p.A., ha sottolineato alcuni punti: “La cultura come dice l’Unesco innanzitutto identit, quell’identit che anche le organizzazioni aziendali basate sul capitale umano vanno a ricercare, perch l’identit crea distintivit e quindi crea competitivit. Secondo aspetto la coesione, perch facilita la relazione umana, quindi favorisce l’efficienza. Un terzo aspetto rilevante rappresentato dallo spirito critico. E infine vorrei concludere con la creativit, quell’aspetto che la macchina non potr mai sostituire”.

L’analisi dei dati del 2024 evidenzia una trasformazione del panorama culturale e creativo italiano, con una crescente digitalizzazione e una ridefinizione delle dinamiche occupazionali. Il settore che cresce di pi in termini di ricchezza prodotta nel corso dell’ultimo anno quello dei Software e videogiochi (+8,0%), seguito dalle attivit di Comunicazione (+4,4%).

Ermete Realacci, Presidente della Fondazione Symbola, ha affermato: “La cultura non soltanto un fattore identitario per l’Italia, che fortissimo, ma un formidabile favore produttivo. L’investimento in cultura, le azioni nella cultura, influenzano tanti settori della nostra economia. Quando si parla di competitivit dell’Italia o delle cose che necessario fare per contrastare la crisi climatica, la cultura ci aiuta, perch produrre cose belle all’ombra dei campanili, come diceva Cipolla, richiede meno energia, meno materie prime, ci fa risparmiare anche sulle cose che possono mettere in crisi il nostro futuro”.