Roma, 27 nov. (askanews) – Ipoparatiroidismo una patologia rara in cui le ghiandole paratiroidi non producono quantit sufficienti di ormone paratiroideo a causa di autoimmunit o nella stragrande maggioranza dei casi, in seguito a una tiroidectomia, un intervento chirurgico di rimozione della tiroide, comportando squilibri nel metabolismo di calcio e fosforo, con l’insorgenza di disturbi collegati di diversa entit/gravit che possono essere non sempre facilmente identificabili. Nonostante la ricerca stia producendo interessanti avanzamenti terapeutici che potrebbero garantire ai pazienti una qualit di vita nettamente migliore, restano problematiche relative ad una diagnosi tardiva, al poco coordinamento tra le varie specialit cliniche, alla difficile gestione della malattia tra presa in carico e follow-up. Di questi aspetti si parlato al Convegno “Innovazione organizzativa nei percorsi di diagnosi, cura, follow-up. Focus on Ipoparatiroidismo: LAZIO”, organizzato da Motore Sanit e realizzato grazie al contributo non condizionato di Ascendis Pharma.
“I pazienti che hanno un ipoparatiroidismo cronico – sottolinea Andrea Isidori, Coordinatore Societ Italiana Endocrinologia (SIE) – hanno una vita molto complicata, devono cercare di mantenere questi livelli di calcio nel sangue normali assumendo molte compresse, molte supplementazioni, ma che di fatto non curano la malattia, sono di fatto semplicemente una terapia palliativa”.
I sintomi comuni vanno dal formicolio alle mani o alla bocca, ai crampi muscolari e nei casi pi gravi fino alla tetania. Nei casi pi severi si possono verificare diverse malattie d’organo, anomalie scheletriche, calcificazione dei gangli della base, manifestazioni renali. L’Istituto Superiore di Sanit ha pubblicato nuove linee guida sulla gestione terapeutica dell’ipoparatiroidismo post-chirurgico nell’adulto. “Queste nuove linee guida – sottolinea Andrea Palermo, Dirigente Medico Patologie osteo-metaboliche e della tiroide – rappresentano una pietra miliare nel panorama dell’endocrinologia perch sono le prime linee guida sull’ipoparatiroidismo per l’Istituto Superiore di Sanit che non fanno altro che sottolineare l’importanza di alcune proposte terapeutiche che vanno da alcune formulazioni di sali di calcio a innovativi modi di trattare questi pazienti, nello specifico il trattamento con replacement therapy con il palopegteriparatide”.
In Italia stato calcolato che ogni anno si verificano oltre 3.000 ricoveri ospedalieri per complicanze acute correlate all’ipoparatoroidismo con una durata media di ricovero di circa 7 giorni. “Sulla scorta di questo nuovo farmaco comincia a fiorire una letteratura – prosegue Antongiulio Faggiano, Professore ordinario Endocrinologia La Sapienza – e ovviamente questo il traino per sviluppare meglio l’argomento e per conoscerlo meglio. L’ipoparatiroidismo una patologia che ha tante complicanze croniche, anche a volte subdole e sottili, quindi importante caratterizzarla bene”.

