Roma, 19 giu. (askanews) – E’ durata circa un’ora la conversazione odierna tra il presidente russo Vladimir Putin e il leader cinese Xi Jinping ed è stata dedicata al nuovo fronte di guerra che si è aperto tra Israele e Iran, in una sciarada che vede due protagonisti della conflittuale politica mondiale – il numero uno di Mosca impelagato nella guerra ucraina e il capo di Pechino protagonista della guerra commerciale negli Usa – proporsi come elementi di moderazione, se non di mediazione.
“Su reciproco accordo, il presidente della Federazione russa Vladimir Vladimirovic Putin ha appena parlato al telefono col presidente della Repubblica popolare cinese Xi Jinping”, il consigliere presidenziale russo Yuri Ushakov parlando coi giornalisti.
Xi Jinping ha espresso preoccupazione per la situazione in Medio Oriente. “L’attuale contesto mediorientale è critico, il che dimostra ancora una volta che il mondo è entrato in un nuovo periodo di turbolenze e cambiamenti radicali”, ha detto il leader cinese, secondo quanto è stato riportato dalla televisione statale cinese CCTV. “La prima priorità è promuovere un cessate-il-fuoco e la cessazione delle ostilità. La forza non è il modo giusto per risolvere le controversie internazionali”, ha detto ancora il leader cinese, secondo quanto riportato da Xinhua. “Le parti in conflitto, in particolare Israele, dovrebbero cessare il fuoco il prima possibile per evitare un’escalation della situazione e impedire con fermezza il diffondersi della guerra”.
Il presidente cinese ha avvertito che un’ulteriore escalation causerebbe perdite maggiori non solo alle parti in conflitto, ma avrebbe ripercussioni negative anche sugli altri Paesi della regione e ha avanzato quattro proposte. La prima – secondo i media cinesi – è “promuovere con urgenza il cessate il fuoco e la fine delle ostilità”; la seconda è “dare priorità alla protezione dei civili”, in nessun caso “si deve oltrepassare la linea rossa della protezione dei civili nei conflitti armati”; l’uso indiscriminato della forza è inaccettabile; la terza priorità è “avviare il dialogo e i negoziati come via fondamentale”; accettare il “contributo della comunità internazionale”, che è fondamentale perché con Medio Oriente instabile significa che non c’è pace da nessuna parte. In merito all’ultimo punto, Xi ha chiesto un “ruolo più incisivo” da parte del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite. Sia la Russia che la Cina sono membri permanenti dell’esecutivo dell’Onu con diritto di veto.
Xi ha ribadito, come già ha fatto nei giorni scorsi che la Cina è pronta a “continuare a rafforzare comunicazione e coordinamento con tutte le parti, unendo gli sforzi e promuovendo l’equità, per svolgere un ruolo costruttivo nel ripristino della pace in Medio Oriente”.
Putin, dal canto suo, ha informato Xi sulla posizione russa sull’attuale contesto mediorientale, affermando che gli attacchi di Israele alle strutture nucleari iraniane sono estremamente pericolosi e che un’ulteriore escalation del conflitto non è nell’interesse di alcuna delle parti.
Il leader russo, inoltre ha sottolineato che la questione nucleare iraniana dovrebbe essere risolta attraverso il dialogo e la consultazione, e che le parti in conflitto devono garantire la sicurezza dei cittadini di terzi Paesi. Poiché la situazione è ancora in rapida evoluzione, la parte russa è disposta a mantenere stretti contatti con la Cina e a collaborare per contribuire a stemperare le tensioni, salvaguardando la pace e la stabilità regionali.
Putin e Xi si sono visti a maggio e, in quell’occasione, hanno rafforzato ulteriormente la collaborazione nell’ambito della partnership strategica globale. Entrambi i presidenti si sono detti soddisfatti dell’attuale livello di cooperazione
Nei colloqui – ha quanto ha detto Ushakov – hanno parlato anche delle iniziative presentate dalla Russia per la creazione di una piattaforma di investimento BRICS: in vista del vertice di inizio luglio a Rio de Janeiro, ha spiegato Ushakov, i capi di Stato hanno concordato di promuovere gli interventi proposti un anno fa al summit di Kazan, destinati a favorire la crescita economica dei Paesi membri e dei partner del Sud del mondo.