«La più viva coscienza cattolica dei nostri tempi». Con queste parole il cardinale Alfonso Capecelatro descriveva l’opera di John Henry Newman, riconoscendone il ruolo nella formazione di una cultura cattolica capace di dialogare con la modernità. Arcivescovo di Capua e studioso oratoriano, Capecelatro fu tra i primi a diffondere in Italia il pensiero del grande convertito inglese, pubblicando nel 1859 il volume Newman e la religione cattolica in Inghilterra.
Newman e l’Italia
La ricezione italiana di Newman s’intreccia con la stagione del Risorgimento e con la frattura tra Stato unitario e Santa Sede. In tale contesto, la riflessione del presbitero inglese

divenne per molti cattolici uno strumento per superare la contrapposizione tra fede e partecipazione alla vita pubblica. Decisiva fu la pubblicazione sulla “Rassegna Nazionale”, nel 1885, della Lettera al duca di Norfolk, tradotta in sei uscite. Il periodico fiorentino, espressione del cattolicesimo liberale e neoguelfo, diede così voce a un pensiero che cercava di ricomporre in chiave armonica i termini “cattolico” e “italiano”.
La questione della coscienza
Nella Lettera, Newman affrontava la questione della coscienza come legge divina impressa nell’uomo, «Voce di Dio nel cuore dell’uomo», riconosciuta anche dai protestanti. Essa non si opponeva all’autorità del Papa, ma ne stabiliva il limite: la libertà di coscienza era per lui il fondamento stesso dell’autorità morale.
Nello stesso anno, la rivista pubblicò anche il saggio Sull’interpretazione delle Scritture, nel quale Newman difendeva la legittimità di una lettura storica e critica della Bibbia dentro la prospettiva dogmatica cattolica, aprendo così la via a una concezione moderna dell’esegesi.
Fede e ragione
Le sue idee offrirono alla cultura cattolica italiana dell’Ottocento una via di conciliazione tra fede e ragione, tra autorità e libertà. Newman divenne il riferimento di quella corrente che cercò di collocare il cattolicesimo dentro la contemporaneità storica, partecipando al dibattito europeo sul rapporto tra Chiesa, coscienza e modernità.

